Foreste d’Italia: un terzo del territorio nazionale, con crescita in rallentamento

E’ stato presentato nelle scorse settimane il primo Rapporto sullo stato delle Foreste e del settore forestale in Italia, pubblicato dal ministero per le Politiche agricole. Si tratta del frutto di un progetto realizzato dalla Direzione generale delle foreste del Mipaaft nell’ambito delle attività previste dal programma RETERURALE NAZIONALE 2014-2020 (Scheda 22.1 ed ex scheda 22.3, Priorità 1), con il supporto del Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria e di Compagnia delle Foreste.

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I dati che emergono da questa grande ricognizione nazionale su un patrimonio fondamentale per il nostro paese come quello forestale, fiaccato anche da recenti eventi catastrofici come quello della tempesta tempesta Vaia, che il 27-29 Ottobre 2018 si è abbattuta su regioni al altissima vocazione forestale come quelle del Triveneto, evidenziano circa 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate, costituite in prevalenza da arbusteti, boscaglie e macchia.

Si tratta di una copertura complessiva pari ad oltre il 35% del territorio nazionale che raggiunge circa la metà della superficie in alcune regioni come Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Umbria e Sardegna, con Puglia e Sicilia che presentano il minore tasso di copertura di superficie forestale.

Si tratta di un patrimonio, quello forestale italiano, cresciuto costantemente negli ultimi 100 anni, nonostante si sia registrato in temi recenti un rallentamento, probabilmente imputabile alla disponibilità di aree idonee. Infatti, sulla base dei tre grandi inventari forestali nazionali del 1985, 2005 e 2015, si può osservare un incremento annuo della superficie forestale totale pari allo 0,3% tra il 1985 e 2005 e dello 0,2% tra il 2005 e 2015, in un contesto caratterizzato da una prevalenza di proprietà privata delle foreste, pari al 66%, (concentrate soprattutto in Liguria, Toscana ed Emilia Romagna), pur con quelle pubbliche che interessano una parte consistente della superficie forestale (34%), concentrate in particolare nella provincia autonoma di Trento, Lazio, Abruzzo e Sicilia. Significativo anche il contributo crescente della silvicoltura al paese in termini di produzione e valore aggiunto, come ben documenta il grafico evolutivo dal 2000 ad oggi tratto dal nuovo Rapporto. 

Si tratta di un potenziale fondamentale nel bilancio climatico del nostro paese, con le foreste italiane in grado si sottrarre all’atmosfera circa 46,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Molto eterogenea anche la composizione delle specie arboree, con la prevalenza di faggete, boschi di rovere, roverella e farnia, castagneti, leccete e boschi di abete rosso. A livello di singole specie, le più diffuse sono il faggio, il carpino nero, la roverella, il castagno, il cerro, il larice, l’abete rosso e il leccio.

Come ha voluto sottolineare in occasione della presentazione del Rapporto, il Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, “I nostri boschi hanno per il Paese un ruolo strategico. Negli ultimi decenni la società italiana ha perso di vista questo immenso polmone verde, che ricopre circa il 40% del territorio nazionale, e il suo immenso patrimonio biologico e culturale”.

Scarica il “Rapporto sullo stato delle foreste e del settore forestale in Italia – RaF” (Sito Rete Rurale Nazionale) 

La Redazione di Ecquologia

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