Firmato il decreto sul fotovoltaico: le reazioni di Wwf e Legambiente
Il governo ha approvato la nuova bozza di Quarto Conto Energia messa a punto dai ministri Romani e Prestigiacomo. Confermate le anticipazioni dei giorni scorsi: nessuna proroga per i mesi estivi, registro del Gse per i grandi impianti e scaglioni semestrali per le tariffe fino a tutto il 2012.
Giudizio negativo del Wwf, che in un comunicato stampa fa sapere che: “Non siamo di certo d’accordo sulla necessità di procedere in fretta e furia per porre un tetto allo sviluppo delle rinnovabili in Italia senza costruire invece un percorso di agganciamento degli incentivi ai costi reali, nel quadro di una Strategia Energetica nazionale che pure il Ministro Romani dice di voler completare prima dell’estate.
Consideriamo inoltre inadeguato il fatto che non si sia tenuto conto delle osservazioni delle Regioni e che il decreto attuativo sia un pasticcio che si poteva scongiurare sul nascere, evitando cioè di porre limiti agli incentivi nel decreto legislativo da cui è scaturito. Prendiamo le distanze soprattutto dal fatto che il decreto venga presentato per quello che non è, un successo per l’ambiente, pur avendo apprezzato i tentativi di miglioramento da parte del ministro Prestigiacomo. I toni trionfalistici di alcuni esponenti del Governo sul provvedimento che definisce il quarto Conto Energia ci paiono decisamente fuori luogo – continua il WWF-. L’Esecutivo sta cercando di drenare i soldi dei consumatori verso altri obiettivi, ancora ignoti, visto che il nucleare è formalmente abbandonato. Le rinnovabili, insieme all’efficienza e al risparmio energetico, devono essere il fulcro della strategia energetica nazionale, sia per assicurare una vera politica di taglio delle emissioni inquinanti, sia per garantire la sicurezza energetica del Paese. Porre oggi dei limiti, come se l’obiettivo europeo non dettasse il minimo, ma il massimo di approvvigionamento da fonti rinnovabili, è decisamente anti-storico. Appare inoltre ridicolo che ci si preoccupi dei costi in bolletta per i consumatori, quando ancora non si è riusciti ad eliminare e a quantificare i sussidi ai combustibili fossili attraverso la voce ‘assimilate’ del CIP6 e le regalie al ‘nucleare che non c’è’, che i consumatori erogano ormai da oltre,vent’anni e che hanno raggiunto la cifra di 300 milioni l’anno per la gestione di quanto di radioattivo rimasto nelle vecchie centrali. Figuriamoci i costi nel caso dovessero aggiungersene delle altre”. Il WWF ribadisce che il fulcro della futura strategia energetica nazionale dovrà essere la nuova economia verde: “Al ministro Romani ricordiamo che uno dei criteri su cui si deve basare oggi una moderna politica energetica è quello ambientale: parlando ieri ad Assoelettrica, si è stranamente dimenticato di citarlo”.
Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, commenta così: “Dopo aver bloccato per diversi mesi lo sviluppo delle rinnovabili, il Governo finalmente ha compiuto un passo indietro rispetto all’idea di cancellare o ridimensionare le energie alternative in Italia. Seppure, infatti, rimaniamo ancora in attesa dell’approvazione di decreti attuativi per le altre fonti pulite, con il decreto di oggi, almeno per il solare fotovoltaico, potranno ripartire gli investimenti. Questa scelta politica è anche frutto di una protesta di settore senza precedenti che dimostra l’affermarsi nel nostro Paese di un forte settore industriale rispetto al quale anche il Ministero dell’Ambiente ha offerto un ruolo di supporto, sostenendo le legittime richieste delle imprese. Il nuovo sistema di incentivi creerà ancora problemi alle imprese per gli interventi nel 2011 e 2012 con tetti di spesa e decrementi mensili delle tariffe, mentre a partire dall’anno successivo entrerà in vigore il cosiddetto sistema tedesco con maggiore trasparenza e certezze. L’importante, è che ora ci siano le condizioni per far ripartire gli investimenti e rafforzare un settore energetico, motore di economia e innovazione. Un settore che ora il Governo ha la responsabilità di accompagnare nella sua crescita con una concreta politica industriale”.
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