Pandemia da Covid-19: Il punto della situazione del Dottor Ernesto Burgio

Pubblichiamo di seguito una esaustiva riflessione del Dottor Ernesto Burgio, grande esperto di epigenetica e membro di Sima (Società Italiana Medicina Ambientale).

la situazione epidemiologica è molto cambiata: sono cambiati i numeri in relazione essenzialmente ai cosiddetti Bias di campionamento: quando si tampona poco come a marzo/aprile si hanno tassi altissimi di letalità (che per fortuna sono stati almeno in parte un artefatto..), quando si tampona molto come oggi non è così… ma se si va a vedere la percentuale di severità (casi severi rispetto ai sintomatici) questa non è più cambiata da maggio fino ad oggi. Quelli che hanno parlato di un virus che era cambiato.. di un suo sostanziale indebolimento insomma… hanno detto assurdità: non esiste che un virus Pandemico cambi improvvisamente e diventi meno aggressivo (e non è certo un caso se sono gli stessi che fin dall’inizio hanno sottovalutato la situazione perché evidentemente NON SANNO cosa è un VIRUS PANDEMICO..)

Il Bias principale consiste nel fatto che:

  • a marzo in una sola regione c’erano probabilmente 200000 soggetti contagiati e contagiosi.. non eravamo pronti e tamponavamo solo i pochi casi conclamati: i 4000 positivi, i 600 decessi, i 3200 casi in terapia intensiva erano la punta di un iceberg (che ci ha fatto appunto pensare che il tasso di letalità fosse drammaticamente alto.)
  • poi, c’è stato il lungo Lockdown, criticato eppure necessario proprio perché tardivo, che di fatto ha impedito che il virus dilagasse in tutto il paese…
  • poi c’è stata una lunga estate in cui avremmo dovuto consolidare il vantaggio acquisito nei confronti del virus e non lo abbiamo fatto, proprio accettando o almeno subendo DE FACTO le analisi di coloro che sostenevano che la situazione era totalmente cambiata e che il virus si era misteriosamente indebolito (mi verrebbe da far nomi, ma preferisco non farli.) Non abbiamo rafforzato la medicina del territorio (come chiesto), non abbiamo preparato i corridoi alternativi e abbiamo monitorato solo in parte.. ma soprattutto abbiamo lasciato che i giovani, inevitabilmente disinformati e inconsapevoli, mantenessero attiva la catena dei contagi
  • infine è arrivato l’autunno e, come previsto e predetto (anche in modo esplicito e continuo, purtroppo inutilmente) i contagi hanno ricominciato a crescere e il virus è tornato a circolare anche nelle famiglie e PURTROPPO NEGLI OSPEDALI: in Spagna, in Francia, in Gran Bretagna e adesso in Italia e in Germania.

È solo alla luce di questo percorso che si può comprendere cosa sta succedendo.

Chi legge e analizza i dati decontestualizzandoli non può capire, tanto più se parte da un “pregiudizio ideologico” (parlo soprattutto dei negazionisti di vario tipo che hanno imperversato durante l’estate e che continuano a imperversare adesso). Eppure è evidente che oggi i tamponi sono 120.000 al giorno e non 10-15.000 come allora, è evidente che i 4500 positivi sono una parte significativa dei positivi veri e non una minima parte come a marzo ed è evidente che i decessi che cominciano ad aumentare sono (questi sì) la punta di un iceberg. Perché tutti ormai dovremmo sapere che il numero dei decessi inizia a crescere 40 giorni dopo che il virus comincia a circolare con numeri significativi e probabilmente ci vuole un mese perché il numero dei casi gravi e dei decessi diventi nuovamente (e purtroppo succederà) drammatico.

È vero che nel frattempo abbiamo imparato ad affrontarla meglio la COVID, intendo sul piano terapeutico, almeno negli istituti in cui si è in grado di applicare i migliori protocolli terapeutici (che non sono del resto neanche stati standardizzati…) Ma questo, in generale, non basta a rallentare la catena dei contagi, a fermare una pandemia, a scongiurare un secondo Lockdown.

Purtroppo le formiche non sono affascinanti, molti preferiscono le cicale: ma anche in questo caso temo che la morale della favola sarà tragicamente rispecchiata nei fatti.

Ernesto Burgio

Redazione

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