Emissioni settore aereo: la Francia obbliga a prendere il treno

Puoi raggiungere la tua destinazione in treno e in meno di due ore e mezza? Allora non puoi prendere l’aereo: questa l’affermazione da cui ha preso spunto una proposta di legge votata dal parlamento francese lo scorso sabato 10 aprile. Si tratta di una decisione orientata al taglio delle emissioni del settore aereo, cercando di evitare che la ripresa dopo la pandemia possa far tornare in Francia alle vecchie cattive abitudini in termini di mobilità. (Foto di Appenzell9050 da Pixabay)

Un atto molto significativo quello francese, con la Francia che fa un passo importante verso la riorganizzazione delle tratte aeree interne. Se infatti il provvedimento fosse approvato in via definitiva, verrebbero di fatto cancellati tutti quei voli che non soddisfano i requisiti, cioè quelli interni a breve percorrenza, che collegano due città tra le quali esista già una valida alternativa via treno. Il criterio è che se il viaggio in treno dura meno di due ore e mezza, il volo corrispondente viene soppresso.

Si tratta di una misura che va a collocarsi nel più ampio pacchetto della legge sul clima in un testo molto contestato per il quale il presidente Macron è stato oggetto di numerose critiche. Sulla carta, la legge sul clima sarebbe dovuta essere espressione ‘pura’ della volontà popolare. Dopo la sonora sconfitta alle elezioni locali del 2020, Macron aveva deciso di creare la Convention citoyenne sur le climat, un organo composto  da cittadini estratti a sorte che ha consegnato un documento articolato con le proposte principali di politica climatica e ambientale. Lo stesso Macron aveva assicurato che avrebbe fatto votare e approvare quel testo ma non è andata così, con le misure sono state annacquate e spesso stravolte prima di arrivare al voto in aula.

Un destino del tutto simile è toccato anche alla proposta per tagliare le emissioni degli aerei abolendo le tratte brevi. La Convenzione cittadina aveva indicato come soglia i tragitti inferiori a 4 ore, ma come ha sottolineato il ministro dei Trasporti Jean-Baptiste Djebbari, “Abbiamo scelto 2,5 ore perché 4 ore lasciano a secco territori spesso senza sbocco sul mare, come il grande Massiccio Centrale. Sarebbe ingiusto in termini di equità territoriale”.

Un settore di grande peso quello del trasporto aereo mondiale, responsabile del 2% delle emissioni globali, ma con un peso sul totale europeo di quasi il doppio, cioè del 3,8%. L’Unione Europea sta lavorando a misure per abbattere queste emissioni, con la Commissione che sta pensando a standard condivisi con Washington sui carburanti per l’aviazione, modifiche delle rotte in modo che siano più dirette e quindi efficienti e sostenibili, oltre a misure orientare all’abbattimento anche di NOx, fuliggine e scie di condensazione oltre che alla CO2.

La Redazione di Ecquologia

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