Efficienza energetica e mappatura degli edifici: l’ispirazione di Google Street View
Sono passati oramai 8 anni da quando Google, nel 2007, introdusse delle particolari automobili munite di telecamere sul tetto, capaci di catturare immagini delle strade di tutto il mondo, rese poi disponibili attraverso il servizio “Street View“, entrato oggi nell’uso comune degli internauti. Oggi lo stesso principio si applica alla termografia per gli edifici.
E’ proprio su quella geniale idea del colosso americano di Internet, che si sta oggi muovendo il MIT (Massachusetts Institute of Technology), insieme alla startup Essess (link sito), portando sul mercato un’innovazione sulla stessa base, ma capace di rilevare le dispersioni termiche degli edifici da remoto, semplicemente coniugando un’auto, un sistema dotato di hardware e software ad alto valore aggiunto e una metodologia consolidata come la termografia, proponendo un rivoluzionario metodo per il monitoraggio dell’efficienza energetica degli edifici, individuando così agevolmente, gli edifici che necessitano di interventi.
Ma vediamo di conoscere meglio le peculiarità di uno strumento così potente per la caratterizzazione di uno degli ambiti su cui c’è da lavorare per eliminare le grandi inefficienze energetiche, come quello residenziale. Il sistema messo a punto da Essess (foto a destra), viene montato sulle proprie vetture ed è costituito da un apparecchio che restituisce la mappa dell’efficienza termica delle case e degli edifici inquadrati durante il suo tragitto.
Un apparecchio dalle dimensioni di un grande zaino, provvisto di diverse termocamere (telecamere radiometriche) sensibili alle radiazioni infrarosse che, in sinergia con un altro sistema, restituisce immagini tridimensionali (3D) delle strutture, con evidenti indicazioni sulle eventuali dispersioni termiche negli edifici stessi. Ad animare il sistema un software che gestisce le telecamere, monitorando il percorso delle auto. Secondo i primi dati pubblicati dal MIT (link sito), nel giro di una sola notte le auto Essess sono in grado di generare oltre 3 terabyte di dati che saranno successivamente scaricati e analizzati dalla startup attraverso una piattaforma proprietaria basato su complessi algoritmi.
Un grandissimo supporto per i professionisti e per portare avanti azioni strutturate di effcientamento energetico degli edifici (vedi “Tutti in classe A”: da Legambiente un auspicio per l’edilizia italiana“), dal momento che, Incrociando i dati rilevati da Essess con altre informazioni catastali, meteorologiche e demografiche, renderà possibile effettuare un’analisi energetica molto dettagliata, un formidabile sistema per capire gli immobili che presentano le maggiori inefficienze energetiche.
Davvero una grande arma in più che offre ai professionisti tante nuove possibilità, includendo le mappature termiche delle abitazioni a un documento dettagliato contenente informazioni sulle correzioni da attuare, e dando una indicazione ai clienti su dove investire esattamente e perché, con una ottimizzazione degli investimenti e delle prestazioni ottenibili. A tutto questo c’è poi da aggiungere che il progetto Essess è in grado di estrapolare le facciate degli edifici dal contesto, aiutando così ad eliminare i ponti termici nell’involucro edilizio.
Un progetto con questo potenziale di innovazione, non poteva non catturare l’interesse a diversi livelli, a cominciare da Dipartimento della Difesa degli USA, con l’obiettivo di dare un sistema di supporto alle decisioni alle organizzazioni, per identificare edifici energeticamente più inefficienti, con scuole, comuni, raffinerie ed altre organizzazioni che hanno già intrapreso una collaborazione con la startup, per sottoporre a scansione i loro impianti, per intraprendere un piano di miglioramento energetico.
Secondo Tom Scaramellino, presidente e CEO di Essess:
“Essess non serve solo a capire chi sta sprecando più energia, dal momento che ci sono consumatori che stanno sprecando energia, ma non risolveranno mai questo problema. C’è lo spreco energetico reale e la componente psicologica per fare qualcosa a riguardo. Si tratta di due analisi distinte che stiamo sovrapponendo”.
Al riguardo, i risultati per le aziende del settore Utility indicano in quali codici postali si trovano quelle abitazioni meno efficienti a livello energetico, si tratta di un processo, chiamato TAP (Programma di Analisi Termica), attraverso il quale le aziende potranno meglio contattare i clienti anche attraverso mirate campagne di marketing, orientate alla sensibilizzazione ed all’importanza dell’efficienza energetica, con l’obiettivo di accompagnarli nella scelta degli interventi correttivi da intraprendere sulla propria abitazione. Il progetto ha avuto la sua città pilota in Cambridge, in Massachusetts, dove ben 17000 abitazioni sono state sottoposte ad una prima caratterizzazione (vedi mappa seguente).
Un progetto davvero importante quello di Essess e non isolato, dal momento che sono stati anche altri i casi in cui si è pensato all’imaging termico degli edifici per agevolare il risparmio energetico e ridurre i ponti termici negli edifici. In passato, significativo il caso del comune di Coventry, nel Regno Unito, che commissionò ad un pilota di sorvolare la città con una termocamera per controllare la dispersione di calore dai tetti delle abitazioni.
Si trattava in quel caso però, di una termocamera meno avanzata tecnologicamente, rispetto a quella del MIT, con le immagini raccolte che furono pubblicate online, permettendo a tantissimi cittadini di verificare gratuitamente i loro tetti. Successivamente le agenzie governative di Coventry proposero alle famiglie con un basso reddito delle ottime offerte per rinnovare l’isolamento termico delle loro abitazioni, così da ridurre lo scambio di calore tra l’interno e l’esterno.
Furono oltre 600 le famiglie più povere che beneficiarono di questo sconto, in un contesto dove si sa quanto sia importante per i bilanci familiari la conduzione degli immobili ed i consumi energetici (vedi post ”Efficienza energetica e abitazioni a basso reddito: sinergia irrinunciabile per combattere l’Energy Poverty”). Una spinta davvero importante quella che giunge da questi nuovi sviluppi, fondamentale per affrontare una problematica che in Italia raggiunge numeri da capogiro, con un numero di abitazioni a bassa efficienza che supera l’80% del patrimonio edilizio totale ed un ambito come quello dell’efficienza energetica, l’unico che può veramente rilanciare anche il comparto maggiormente in crisi nel nostro paese, come quello dell’edilizia, fino ad oggi grande devastatore di suolo vergine.
Sauro Secci