Ecomondo 2015: La “Carta di Abbadia S.Salvatore sulla buona geotermia” e l’amore per la sua terra del Sindaco Tondi

Proseguendo con l’approfondimento sui singoli contributi dell’interessante Convegno dal titolo “La nuova geotermia: sicura, pulita, continua. Verso la Carta di Abbadia San Salvatore“, inserito nel programma della splendida edizione 2015 diEcomondo-Keyenergy di Rimini, ci soffermiamo sull’intervento di Fabrizio Tondi, sindaco di Abbadia San Salvatore.


Un grande esempio di amministratore illuminato, quello del sindaco amiatino, che, dopo avere dedicato la sua vita professionale di medico alla sua comunità ed alla tutela dei presidi ospedalieri di montagna, ha fatto suo il progetto di ricucire, in chiave costruttiva, le profonde ferite presenti sul campo ed accumulate durante i decenni precedenti, con particolare riferimento alle tecnologie geotermiche a ciclo flash aperto, che, dopo la chiusura avvenuta negli anni ’70 delle miniere di cinabro,  minerale da cui si è estratto il mercurio per circa un secolo, hanno interessato progressivamente il territorio amiatino, creando però  grandi problematiche ambientali e sanitarie per l’intera comunità amiatina. Su questa base il Sindaco Tondi si è messo all’opera cercando di portare ad un  tavolo comune, il meglio della ricerca, delle aziende nazionali impegnate a dare un volto nuovo alla geotermia, per renderla davvero rinnovabile ma sopratutto pulita e i comitati di cittadini che in questi anni si sono organizzati a difesa della salute dell’intera comunità. L’azione del Sindaco ha dato luogo, a partire dalla scorsa estate, al tavolo per la elaborazione della Carta di Abbadia San Salvatore (vedi post “Firenze 15 luglio 2015: La buona Geotermia si da una identità nella “Carta di Abbadia San Salvatore”). Una Carta che, dopo l’enunciazione dei primi principi cardine riportati di seguito, si va materializzando progressivamente attraverso un partecipato percorso che vedrà la sua terza tappa proprio ad Abbadia San Salvatore a fine gennaio prossimo.

  1. Predilezione verso i piccoli e micro impianti, quelli compresi tra i 100 KW e i 5 MW, al posto delle centrali di grande taglia per massimizzare l’uso complessivo dell’energia elettrica e del calore residuo (dalla generazione alla cogenerazione).
  2. Realizzazione di impianti obbligatoriamente a totale re-iniezione sia di fluidi geotermici che dei gas incondensabili, al fine di ottenere impatto zero sull’atmosfera.
  3. Favorire le condizioni che portino, nei prossimi anni, verso la riconversione dell’attuale geotermia inquinante (in particolare nelle aree del Monte Amiata) in una “geotermia sostenibile”, attraverso l’adozione di cicli integrati e/o combinati.
  4. Puntare sull’utilizzo di un unico pozzo sia per l’estrazione del fluido geotermico che per la sua reimmissione nel sottosuolo, minimizzando l’impatto paesaggistico e lo spazio occupato dalle nuove centrali anche nelle taglie maggiori.
  5. Inserimento ambientale dei nuovi impianti sulla base di criteri paesaggisticamente condivisi, evitando l’inquinamento acustico e preferendo ubicazioni parzialmente interrate.
  6. Studio e sperimentazione dello scambio in pozzo, realizzando un modello di micro-impianto replicabile che adotti soluzioni scientificamente ineccepibili.
  7. Obbligo di controllo e validazione delle tecnologie di realizzazione dei pozzi che, seguendo i criteri internazionalmente adottati, devono impedire ogni scambio tra falde diverse preservando così la falda acquifera superficiale da ogni forma di contaminazione, in particolare da parte dei fluidi geotermici contenuti nelle falde profonde.
  8. Implementazione di un “Osservatorio di controllo” che preveda la partecipazione attiva dei cittadini e delle istituzioni locali, attivo sia nella fase di realizzazione che in quella di esercizio.

Davvero ricchissimi di suggestione nei richiami storico-culturali del Sindaco Dottor Tondi, i riferimenti ad un grande, indimenticabile amiatino come Padre Ernesto Balducci, che definì l’Amiata, anche per il suo immenso giacimento di biodiversità, “un’isola sulla terra ferma“,  come ci spiega meglio proprio il Sindaco di Abbadia San Salvatore nell’intervista a me rilasciata a margine del convegno sulla “buona geotermia” di Ecomondo 2015.

A seguire anche il punto sul Convegno sulla nuova geotermia e sulla elaborazione della “Carta di Abbadia San Salvatore sulla buona geotermia“, da parte del Vice Presidente Giga Fabio Roggiolani.

Non posso non concludere questo sentito post con un altra citazione, dopo quella splendida a cui ha fatto riferimento il Sindaco Tondi, del grande amiatino Padre Ernesto Balducci, che ben descrive la terra dell’Amiata.

“Mi sono spesso domandato che ne sarebbe stato di me se fossi nato in una città chiassosa e illuminata, in una tranquilla famiglia borghese. Ma sono nato nel silenzio di un paese medioevale, sulle pendici di un vulcano spento e in una cornice umana dove era difficile discernere il confine tra la realtà e la fiaba. Sono cresciuto avvolto in un silenzio che mi dava spavento e mi avvezzava ai contatti col mistero. È stata una grazia? È stata una circostanza casuale che ha condizionato la mia libertà per sempre? Questa domande si spengono nel silenzio e cioè nel giusto posto”

[Ernesto Balducci – Il cerchio si chiude]

Sauro Secci

Articoli correlati