Depurazione delle acque in Italia: una autentica “bufala” per i cittadini pagatori in epoca di “spanding-review”

Reduci dal Festival Ecofuturo 2014 relativo alle nuove econotecnologie, organizzato presso la struttura della Libera Università di Alcatraz, gestita nel cuore della verde Umbria da Jacopo Fo, dove il team dell’Associazione Giga ed Ecquologia, guidato da Fabio Roggiolani, ha coordinato una serie di importanti giornate tematiche, tra le quali anche una interamente dedicata alle nuove tecnologie, tutte italiane, per la depurazione delle acque, ci ha fatto davvero un grande effetto, il dossier uscito in questi giorni sul Corriere della Sera, a firma di Gian Antonio Stella, proprio relativo “mala-depurazione” in Italia e sulle correlazioni con la grande piaga del dissesto idrogeologico (vedi post “Dissesto idrogeologico: da Governo 4 miliardi contro frane e alluvioni“).


Proprio nei giorni di Ecofuturo, l’ultima settimana di luglio, sono ancora forti le immagini, circolate sul web e su tutti i social network, relative all’enorme sversamento a mare di liquami non trattati provenienti dall’impianto di depurazione di Rimini, città ed area geografica di riferimento in Italia nella organizzazione della ricezione turistica, insultata e lesa nella sua immagine, da una cattiva gestione di soldi pubblici. Un dossier, quello di Stella, che ha fatto scendere in campo anche il sindaco di Rimini Andrea Gnassi (foto a destra) che sostiene che “si tratta di un problema che va ben oltre la costa cittadina e su cui l’amministrazione sta già lavorando, nonostante i gufi”, “l’Italia”, prosegue Gnassi “negli ultimi 60 anni si è dimenticata di mettere a posto il paese, franano colline, esondano fiumi, saltano fogne e oggi anche il Corriere della Sera dice che è un problema italiano. Tutti scaricano in mare e nei fiumi, e noi, in questa Italia che si è dimenticata dell’ambiente siamo i primi a partire. Bisognerebbe dire ai riminesi che continuano a postare video di scarichi, che si sta lavorando, che Rimini sta ricostruendo, con un piano per le fogne da 154 milioni di euro, con il 33% dei cantieri già partiti. Per Rimini le fogne erano un problema, ma noi lo stiamo affrontando”. Tornando al dossier di Stella, molto triste e per certi versi vergognosa, la nostra collocazione nella tabella di raffronto con il resto d’Europa, dal momento che dietro di noi, che presentiamo appena 64 cittadini su cento dotati d’un sistema fognario, ci sono soltanto Estonia, Portogallo e Slovenia. Molto lontani anche i paesi che ci precedono, staccati di 9 punti dal Belgio, di 17 dalla Repubblica Ceca, di 20 dalla Francia, di 22 dalla Spagna, di 33 dalla Finlandia, di 34 dalla Lituania e dalla Gran Bretagna e di 36 da Austria, Germania e Olanda che fanno “bingo”, con il 100% delle utenze che dispongono di un sistema fognario (vedi immagine seguente). Una situazione che sta avendo i suoi risvolti in ambito comunitario, dove stiamo collezionando infrazioni, e dal momento che proprio dalla Comunità Europea sono infatti in arrivo pesanti sanzioni per quasi un miliardo di euro per finanziamenti finalizzati alla depurazione e non spesi. Tematiche, quelle del dissesto idrogeologico e dello sviluppo delle infrastrutture idriche, che il Governo Renzi sta cercando di gestire in maniera integrata, accorpando il tema delle acque ed unificando ad esempio sei diverse banche dati, assolutamente non allineate e dove “dove non c’era un numero che tornasse”. Scendendo alla analisi nazionale dei dati del dossier, clamorosa la situazione della Sicilia, dove neanche un euro del miliardo e 96 milioni di euro che aveva ricevuto per depurare le acque sono stati finalizzati. Un danno e una beffa: sta per arrivare, da Bruxelles, una sanzione pesante. Una annotazione che però non assolve certo il resto del paese, dal momento che la regione leader italiana nella quale si registra l’assenza di impianti di depurazione è il Friuli Venezia Giulia, nella quale la multa in arrivo da Bruxelles a partire del 1° gennaio 2016, secondo le previsioni calcolate dalla Struttura di missione governativa, coordinata da Erasmo D’Angelis, dovrebbe essere di 66 milioni di euro pari a 53,6 euro pro capite. Il doppio della multa alla Calabria, quasi il quintuplo rispetto alla Liguria, sette volte la media nazionale (8,1 euro), dieci volte quella della Puglia.

depuratori-Corriere

Ma sempre al nord, al secondo posto in tema di sanzioni, troviamo un’altra regione come la Val d’Aosta con 39 euro pro capite e solo terza la Sicilia, che pagherà complessivamente la somma più alta di 185 milioni. La struttura governativa rileva il grave ritardo dell’intera penisola, con perfino in Lombardia, ricchissima di acque, i fiumi e i laghi sono per il 40% gravemente inquinati.
Ma dopo questa lunga premessa permettetemi di presentare una delle tante grandi storie italiane, fatte di tecnologie vincenti, che proprio nel nostro paese sono spesso osteggiate e non riescono a farsi strada. Si tratta di un altro straordinario brevetto tutto italiano che trasforma la depurazione dei reflui civili biologici in una attività compatibile con il paesaggio, con le narici umane e soprattutto, in piena epoca di spanding-review, con i bilanci pubblici da noi sostenuti. Ranieri De Ferrante e Max Piccoli, i due straordinari ed appassionati ideatori del brevetto, che ho il grande piacere di conoscere personalmente e che, nonostante la non più verde età, trasudano passione ed entusiasmo da tutti i pori come bambini nel divulgare questo processo frutto di una lunghissima esperienza maturata sul campo in vari paesi del mondo. Ranieri e Max hanno deciso di far prendere l’”embolia ai fanghi” dei reflui da trattare, confinandoli in un pozzo profondo 60 m al posto delle grandi vasche e irrorandoli semplicemente di aria fino a farli gonfiare e spingendoli a scoppiare uno ad uno, durante la risalita rapida (non sono bombe speriamo non nasca un comitato contro), potendosi così ridurre sia in volume che in quantità. Ovviamente si tratta di un processo un po’ più complesso di come lo racconto ma la sostanza è proprio questa. Strabiliante anche in termini di occupazione di spazio il depuratore dell’innovativo sistema di depurazione delle acque, denominato “GTurbo”, di ben 20 volte inferiore rispetto agli spazi occupati dai depuratori tradizionali, con la assoluta assenza di maleodoranze, dato che la superficie di liquami a contatto con l’aria è poco più grande di una vasca Jacuzzi, non avendo, inoltre, quantitativi critici se non all’eccesso per cui funzionerà bene tutto l’anno, consentendo l’immediato riutilizzo delle acque depurate dato che potrà essere collocato anche direttamente nei parchi pubblici oppure nelle aree industriali o come abbiamo visto, se fa più trendly, anche dentro ad un golf club. In sostanza GTurbo lavora in profondità, rimuovendo le impurità attraverso la digestione aerobica, utilizzando fanghi attivi con un uso di ossigeno disciolto estremamente efficace, fino a 60 70mt di profondità, ad una pressione di 6/7 atmosfere, largamente superiore ad un impianto di depurazione tradizionale “a cielo aperto”. Davvero un grande risparmio per le casse pubbliche, quello derivante dalla applicazione della tecnologia messa a punto dai due “baldi giovanotti”, facilmente quantificabile, calcolando che per ogni 100.000 abitanti si spendono per lo smaltimento dei fanghi di depurazione almeno 1 milione di euro e che la tecnologia garantisce un risparmio del 75% sui fanghi prodotti, sono conseguibili risparmi pari a 700.000 euro ogni 100.000 abitanti che moltiplicati per gli abitanti italiani farebbero ben 420 milioni di euro di risparmio ogni annoTutto ciò senza considerare, ancora una volta, che anche i fanghi vengono movimentati su gomma, e le mitigazioni della tecnologia sono facilmente immaginabili nell’impatto a livello di logistica dei trasporti. A tutto ciò va poi aggiunto l’occupazione anche fisica di suolo liberata rispetto ai depuratori convenzionali e la definitiva liberazione dalle maleodoranze e “molestie olfattive” che affliggono gli abitanti-utenti residenti nelle vicinanze degli impianti.

GTurbo

Oggi si stima inoltre che siano almeno un terzo, i piccoli e medi depuratori italiani che “fanno finta” di funzionare, come peraltro il dossier del Corriere della Sera conferma ampiamente, mentre il funzionamento di GTurbo e GPower è “a prova di incapace”. Il duo De Ferrante-Piccoli, essendosi reso conto che gran parte del territorio italiano ha comunque già i depuratori, ha deciso di inventare il depuratore di fanghi, ideando GPower, vale a dire che, con l’aggiunta di un pozzo come una sorta di “plug-in”, i fanghi che proseguiranno a uscire dalle classiche vasche di depurazione dei depuratori convenzionali, saranno ridotti di tre quarti, facendo un ripassaggio in pozzo e proprio su questa soluzione. Anche in questo caso il “si può fare, si può cambiare!” è d’obbligo. “Dal letame rinasceranno i fiori”, come ebbe modo di dire in una sua celeberrima canzone il grande Faber e non i dollari degli speculatori e soprattutto rendere veramente effettivo il motto coniato da Matteo Renzi per la sua azione di Governo, vale a dire “cambiare veramente Verso”: c’è davvero troppo bisogno che ciò avvenga veramente. Anche in questo caso, come mi è capitato altre volte, concludo con una delle tante, straordinarie ed evocative perle dell’immenso “Signor G”, in questo pezzo interpretato come sempre magistralmente, che molto bene rende l’idea della voglia di lasciarsi alle spalle una società troppo spesso sideralmente lontana dal bene comune, anche in questo specifico e vulnerabile tema per il nostro paese, che guarda caso ha a che fare, un questo caso, anche con il titolo del brano, in tutti i sensi.

Sauro Secci blogger “Ippocampo” per Equologia

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