model of house and heat pump system

Decarbonizzazione in edilizia: dal gas alle rinnovabili

Decarbonizzazione in edilizia.  I dati dello studio realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto ClubPer ridurre i consumi di gas e la dipendenza da gas russo fondamentale intervenire sulla prima voce di consumo in Italia, ossia il settore civile. 

Al 2025 si può ridurre i consumi di gas di circa 5,4 miliardi di metri cubi. Per arrivare al 2030 a ben 12 miliardi di mc. Ma serve una politica per passare dal gas alle rinnovabili in edilizia, in modo da ridurre le bollette delle famiglie e creare lavoro in Italia

Efficientamento del parco edilizio ed elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico

Questo per Legambiente e Kyoto Club il combinato perfetto per ridurre i consumi di gas. E quindi anche la dipendenza da quello russo. Diminuendo inoltre le emissioni climalteranti, migliorando la qualità dell’aria e alleggerendo il costo della bolletta. Il nostro Paese deve percorre contemporaneamente queste due strade. Riqualificando ogni anno il 3% del patrimonio edilizio, come prevede la nuova strategia europea Renovation Wave, e portandolo da una performance media di consumo di energia finale termica di 136 kWh/m2/anno (media attuale tra residenziale e civile) a circa 50 kWh/m2/anno. Ed elettrificando i consumi per il riscaldamento domestico puntando sulle pompe di calore.

Così facendo i consumi di gas si potrebbero ridurre nel giro di tre anni. Ossia al 2025, di oltre 5,4 miliardi di metri cubi all’anno per arrivare al 2030 a ben 12 miliardi di metro cubi. Pari al 41% delle importazioni dalla Russia. E arrivando ad avere un risparmio di emissioni di gas climalteranti pari a 22 milioni di tonnellate di C02. Oltre che a un risparmio in bollette per le famiglie. Inoltre, la riduzione del consumo di gas comporterebbe un ulteriore beneficio, legato alla riduzione degli incidenti che ogni anno avvengono legati al suo consumo. Solo nel 2019, sono stati 270 eventi con 35 decessi.

Il nuovo studio Elemens Dal Gas alle rinnovabili. Scenari e benefici economici dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici

Studio elaborato per Legambiente e Kyoto Club. Un’analisi sugli effetti che interventi di questo tipo potrebbero e avere su un breve periodo, al 2025, e al 2030. Con interventi sul patrimonio edilizio a partire dalle case più energivore (Classe G). E sostituendo i sistemi di riscaldamento domestico a gas con le pompe di calore. In Italia i consumi civili valgono 32 miliardi di metri cubi ogni anno. Il 43% di quelli nazionali e contribuiscono in maniera significativa a inquinare le città e a surriscaldare il Pianeta.

Nella nostra Penisola sono 17,5 milioni (su circa 26 milioni) le abitazioni che utilizzano caldaie a gas per il riscaldamento. Per questi motivi, per Legambiente e Kyoto Club l’Italia può e deve rendere più efficaci le politiche di incentivo per le riqualificazioni edilizie. Visto che qui è la prima voce dei consumi in Italia. Quelli per gli usi civili sono pari a 32 miliardi di metri cubi ogni anno su 76 complessivi. E secondo Enea la riduzione nel 2020 è stata di appena 0,3 miliardi di metri cubi di gas. A fronte di 27 miliardi di euro di detrazioni fiscali.

Il Presidente di ARSE, Riccardo Bani

“Non c’è altra strada se non quella di mettere al bando le caldaie a gas. E incentivare l’installazione di impianti di riscaldamento che sfruttano il calore gratuito presente nel nostro sottosuolo. Dobbiamo sfruttare al meglio le risorse pubbliche e dunque è il momento di essere ambiziosi e di fare scelte realmente premianti grazie al Superbonus. Servono riqualificazioni energetiche del patrimonio edilizio che facciano fare un salto di quattro, cinque classi energetiche, non solo 2 come è attualmente previsto”.

Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente 

“L’attuale crisi energetica ha messo in evidenza la fragilità di un sistema energetico largamente basato sulle importazioni di fonti fossili e in particolare di gas. In tutto ciò in Italia continuiamo a incentivare il gas, unico paese al mondo che regala caldaie a metano spendendo miliardi di euro ogni anno. Una follia che stiamo pagando a caro prezzo. Tutti i paesi europei e le città stanno cambiando rotta. Anche l’Italia ha tutto l’interesse a scegliere questa strada eliminando da subito il rimborso del 110% delle spese per le caldaie a gas. Perché l’obiettivo è liberarsi dalle fossili e sostituire questi impianti con pompe di calore, come ha appena deciso di fare la Francia. E nelle nuove case, che sono già a standard Nzeb, vietare l’utilizzo del gas già dal prossimo anno”.

“Possiamo raggiungere risultati ambiziosi scegliendo come priorità gli edifici più energivori e premiando chi più riduce i consumi. Ed aiutando chi oggi sta più soffrendo la crisi. Con interventi negli edifici di edilizia residenziale pubblica e dove vivono le famiglie in condizioni di povertà energetica. In questo modo in pochi anni possiamo ottenere un risultato superiore alla costruzione di un nuovo gasdotto. Ma con benefici in termini di lavoro in Italia e riduzione delle bollette per le famiglie che possono arrivare all’80%”.

Clementina Taliento, Ufficio stampa di Kyoto Club

“Dall’utilizzo dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e raffrescamento deriva il 12% delle emissioni totali di CO2 equivalenti in UE. Inoltre, il 28% del consumo energetico annuale in Europa è derivante dalle fonti fossili. Questo dimostra quanto sia ancora urgente agire per una decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento, che è l’obiettivo della campagna di Kyoto Club e Legambiente. Oggi, grazie alla presentazione del Rapporto a cura di Elemens, la riflessione è focalizzata su questo tema. Abbiamo le tecnologie per sostituire le caldaie a gas con pompe di calore e rinnovabili. Ci sono tutti i presupposti per fissare al 2025 la data di stop di installazione di sistemi di riscaldamento ‘fossili’”. 

Proposte Legambiente Kyoto Club

In questo contesto, Legambiente e Kyoto Club rilanciano una serie di proposte per accelerare questo processo di decarbonizzazione. A partire dallo stop ai sussidi ambientalmente dannosi. Seguita da altre azioni: 

  • Riformare l’ecobonus. Passare da incentivi legati alle tecnologie al premiare interventi integrati che riducano i fabbisogni energetici degli edifici. Attraverso i più efficaci interventi di coibentazione, sostituzione di impianti e reti, inserimento di tecnologie per l’autoproduzione da fonti rinnovabili;
  • Prevedere nell’arco di tre anni la progressiva eliminazione delle agevolazioni IVA e accise su gas;
  • Senza dimenticare la progressiva decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici con l’eliminazione degli incentivi per l’installazione delle caldaie a gas. 2023 esclusione dal superbonus 110%, 2026 esclusione dalla detrazione del 50%. E divieto di installazione nei nuovi interventi edilizi (2024) e nelle ristrutturazioni degli interi edifici (2027). Ciò nella prospettiva di elettrificazione e diffusione di pompe di calore integrate con fonti rinnovabili.

Esempi esteri

Dall’Irlanda alla Francia e al Belgio, nello studio di Elemens vengono citati anche alcuni esempi di politiche adottate all’estero. E da cui il nostro Paese potrebbe ispirarsi. Si va dall’Irlanda dove nel febbraio del 2020 è stato approvato un pacchetto per supportare il miglioramento delle classi energetiche degli edifici. Con l’obiettivo di riqualificare energeticamente 500.000 case con classe energetica pari ad almeno la classe B2. Il supporto economico consiste nell’erogazione in conto capitale di un incentivo fino al 50% della spesa sostenuta per effettuare gli interventi. In particolare con attenzione alle persone che soffrono di povertà energetica è prevista l’intera copertura dell’intervento. Inoltre, gli interventi che possono avere un impatto maggiore nella riduzione del consumo energetico possono potenzialmente accedere ad un incentivo pari anche fino all’80% della spesa. Il piano prevede una spesa di 8 miliardi di € al 2030.

Altro esempio è rappresentato dalla Francia. In seguito alla crisi energetica, indotta dalla situazione geopolitica, ha deciso di portare a 9.000 € l’incentivo a supporto dell’installazione di pompe di calore. In Belgio, il Climate Plan della regione delle Fiandre mira a rendere obbligatorio entro il 2023 la riqualificazione energetica degli edifici acquistati almeno fino alla classe D. Questo intervento deve essere effettuato dall’acquirente entro i 5 anni successivi all’acquisto. Inoltre, per i nuovi edifici sarà proibito avere un riscaldamento a gas, se non in conformazione ibrida con pompa di calore. Ed entro il 2026 diventerà proibita anche la connessione alla rete del gas. Questo piano è sostenuto da agevolazioni fiscali e sussidi nei confronti delle pompe di calore e degli impianti ibridi.

Il caso Sardegna

Tornando in Italia, gli occhi sono tutti puntati sulla Sardegna che potrebbe diventare uno dei laboratori della transizione energetica. Come viene ricordato nello studio, la Sardegna è ad oggi l’unica regione italiana non ancora metanizzata tramite la rete nazionale. Questa condizione deve essere sfruttata come un’opportunità per sperimentare gli effetti delle politiche di elettrificazione. Mettendo in abbinamento l’efficientamento degli edifici con una massiva penetrazione della generazione e autoproduzione da rinnovabili, sistemi di accumulo. La Sardegna può puntare ad essere la prima isola green del Mediterraneo, puntando su efficienza e rinnovabili, riqualificazione edilizia. L’attenzione posta al tema è confermata dagli esiti del Capacity Market. Questi vedono come maggiori vincitori in Sardegna gli accumuli elettrici, i quali sono in grado di fornire oggi i medesimi servizi delle centrali fossili.

Redazione

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