Coronavirus e polveri sottili: correlazione a Brescia

Una ricerca pubblicata dalla fondazione Mattei e sviluppata da un tema di ricercatori bresciani ipotizza un rapporto di corresponsabilità delle polveri sottili con il gran numeri casi di coronavirus che hanno interessato la città lombarda già tristemente nota per vicende di inquinamento.

Nello studio tutto bresciano dal titolo «The effects of air pollution on Covid-19 related mortality in Northern Italy» pubblicata dalla fondazione Enrico Mattei si formula questa correlazione da rafforzare con ulteriori ricerche ma comunque, a fronte della letteratura scientifica disponibile, si può già parlare di una correlazione che si fonda su solide basi e già acclarata già in occasione dell’epidemia di Sars del 2003.

Alla base della tesi dello studio il fatto che anni di alte concentrazioni di polveri sottili abbiano indebolito il sistema respiratorio dei lombardi e dei bresciani in particolare, rendendoli più vulnerabili e sensibili non solo alle malattie polmonari, ma anche a quelle cardio-vascolari dal momento che le polveri più fini (PM2,5, PM1) si insinuano sino agli alveoli polmonari). Una tesi suffragata da Sergio Vergalli, docente alla facoltà di Economia in città e presidente dell’associazione italiana degli economisti ambientali, la Iaere, Gianni Guastella docente al dipartimento di matematica e fisica della Cattolica, Nicola Pontarollo e Maria Laura Parisi del dipartimento di Economia a Brescia Laura Cavalli, Enrico Fabrizi, Enrico Lippi, Massimiliano Rizzati ed Alessandro Varacca.

Anche nel nostro paese sono molti gli studi (Dominici et al., 2003; Pascal et al., 2014; Samet et al., 2000; Yin et al., 2017) che dimostrano come il particolato fine e ultrafine incrementa le malattie polmonari e cardiovascolari, confermato anche dalle ricerche della dottoressa Savina Nodari degli Spedali Civili, non citata nella pubblicazione.

Nella pubblicazione si fa anche riferimento al record negativo tutto bresciano raggiunto nel 2018, con ben 150 giorni di superamenti della media gionaliera di PM10. A rendere più ostiche le elaborazioni anche i decessi collaterali al Covid, causati da problemi cardiologici, solo indirettamente ascrivibili all’inquinamento e, coem sspiega Sergio Vergalli, uno degli autori dello studio «Mi riferisco a quelle persone che pur soffrendo di patologie cardiovascolari a marzo ed aprile non si sono recate immediatamente in ospedale anche se magari sono state male, accusando i sintomi di infarto o un ictus. Ma avevano paura di essere contagiate e magari sono morte a casa o sono arrivate al pronto soccorso troppo tardi».

Certamente la presenza di polveri fini, con particolare riferimento alle PM 2,5,  in grado di raggiungere gli alveoli polmonari e quindi il sistema cardio-circolatorio non spiega di per sé tutto. Uno dei dati più controversi è costuituito per esempio dal fatto che la mortalità in Veneto non è stata così alta come in Lombardia dove si è registrato oltre il 50% dei decessi di tutta Italia o in Emilia Romagna, anche se storicamente l’aria in questa regione non è migliore che nel resto del bacino padano. Effettivamente la ricerca tiene in considerazione altre variabili, come la densità di popolazione ed il grado di mobilità delle persone. Dalle mappe tematiche sviluppate, emerge in modo abbastanza chiaro come l’epidemia di covid-19 si è mossa lungo l’asse autostradale Bologna Milano (A1) e Venezia-Milano (A4), considerando che il virus si è mosso con le persone, non certamente trasportato dalle particelle di smog come sostenuto a marzo dalla Sima, la società di medicina ambientale, che haqnno visto affermazioni criticate da gran parte della comunità scientifica e confutate da uno studio della docente universitaria di chimica a Brescia, Elza Bontempi.

Sarà proprio l’indice di mobilità dei bresciani a costituire una delle chiavi di lettura del prossimo studio, che sarà realizzato da Vergalli, Maria Luisa Volta (docente ad Ingegneria ed esperta d di modelli matematici applicati all’inquinamento), il dottor Roberto Lucchini e la virologa Simona Fiorentini.

Scarica lo studio “The effects of air pollution on Covid-19 related mortality in Northern Italy”

La Redazione di Ecquologia

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