COP25: Mancato accordo sul clima al mercato mondiale delle vacche (che siamo noi cittadini)

Il triste rito annuale delle COP si è consumato anche quest’anno con i potenti della Terra che hanno ribadito la loro incapacità di trovare finalmente la quadra, miopi e sordi di fronte anche ai più evidenti segnali che giungono sia dal fronte climatico che da quello delle piazze, con le mobilitazioni da parte di coloro ai quali dovranno passare il testimone. Su questa COP25 dove in sostanza si sono fatti solo passi indietro, questo l’amaro sfogo del nostro Marco Benedetti.    

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L’accordo sul Clima è saltato. Le poche decine di potenti della Terra che la gestiscono come fosse una proprietà privata, o comunque in nome della grande finanza che li sorregge, si rifugiano nei loro confini inquinati ed inquinanti con la convinzione che l’innalzamento di barriere proteggerà come una cupola i sudditi o forse che li gaserà, ma almeno faranno tutto orgogliosamente in casa. Il cielo pulito può attendere, l’acqua anche. Importante è che rimanga in sella il politico di turno. I figli si arrangeranno. Greta poi è una bambina capricciosa con le trecce e i ragazzi di Fridays-for-future monelli da strada e sopratutto figli degli altri.

A partire dal catastrofico Mr President USA che dà l’impressione di tenere più ai propri interessi che a quelli del suo popolo. Popolo che però, dalle statistiche qui sotto riportate, sembra comunque seguirlo con sempre più egoistica convinzione che anche il Pianeta in fondo è comprabile perché “corruttibile” come tutta la vita che nasce e muore e chi se ne frega se muoiono gli altri ed i propri figli. Alla Casa Bianca la vogliono chiamare “Earthix” ma non sanno ancora in quale Pianeta spostarsi anche se pensano di averne i mezzi: USA in testa, Cina, Russia a seguire, e i loro satelliti le cui economie e sicurezza sono da essi dipendenti.

La grafica pubblicata recentemente dal sito americano Statista mostra impietosa come l’impronta ambientale per singolo cittadino del Nord America sia quasi + 70% dell’arcirivale politico Russia e + 220%  dell’Impero Celeste.

Ma quello che impressiona di più è che se la Cina ha una terrificante densità di abitanti 232/km2, in USA è di solo 33 abitanti per km2, cioè 6,7 volte meno. La Russia è invece miseramente a 6,7 abitanti per km2, un quasi nulla se confrontato ai due giganti dell’economia planetaria. L’Italia, secondo paese manifatturiero d’Europa è molto indietro. La Germania invece è il più energivoro paese europeo (sarà forse per la leadership nell’industria automobilistica e in quella chimica?)

In estrema sintesi però gli Stati Uniti con i suoi abitanti, forse inconsapevolmente, costituiscono un mostro che ingoia più energia di qualsiasi altro abitante del Pianeta. Quasi non si distingua in quel grande Paese, il giorno dalla notte e l’estate dall’inverno. La luce è evidentemente sempre accesa anche in piena notte, come ci fosse la paura permanente di trovarsi in casa un malvivente (o le spie Cinesi) che sottragga i privilegi. Quasi che in molte altre aree di questo martoriato Pianeta, come per esempio in Italia, risulti che ci siano aree che si illuminano ancora a carburo come in miniera o che ci sia gente che muore di freddo priva di riscaldamento o di troppo caldo, priva di macchinette fabbrica ghiaccio (se non i poveri homeless che nelle città USA sono assai più numerosi di tutti quelli presenti in Europa) e poiché così non è, ciò vorrebbe dire in ultima analisi, che molta di questa energia assorbita in quel Nord America dei moderni cow-boys, dovrebbe corrisponde ad un egoistico spreco. Nel 2019 sarebbe poi logico pensare che questo spreco sia controllabile grazie ai progressi della tecnica, ma evidentemente non è così.

La grafica qui sotto infatti conferma ahimè che la grande idrovora succhia energia sta seguendo le direttive del suo capo in fatto di certezza che gli scienziati (anche quelli del proprio Paese) sono dei bugiardi,  con i loro allarmi spegni-sorriso. I dieci Stati confederati che stanno riducendo sensibilmente i loro investimenti in protezione dell’ambiente sono governati sia da democratici che da repubblicani (7 a 3) a conferma che il tema è bipartisan, anche se incredibilmente i democratici doppiano i repubblicani in termini di riduzione di investimenti sui temi di protezione dell’ambiente e sostenibilità.

Poiché infine è certificato che il 60% dell’impatto ambientale pro capite nel Mondo è dato dal consumo energetico (incluso quello delle fabbriche manifatturiere, dell’acciaio e del petrolio, oltreché quello dei riscaldamenti e auto-trazione) si potrebbe pensare che il fallimento della trattativa di Madrid sia legato ai temi della non rinuncia alle fonti fossili per alimentare l’economia e mantenere accese le luci in modo permanente dell’albero di Natale, ormai festa anch’essa, per chi avrebbe invece un’altra tradizione.

L’ultimo grafico infine ci fa infatti pensare che, per i grandi della Terra, la scarsa crescita del 2019 intorno al 2,1%, con la Cina manifatturiera in deficit rispetto alla previsioni e gli Stati Uniti in ascesa, debba essere irrobustita da un aumento della ricchezza pro-capite anche e proprio fuori dal Nord America, che ne beneficerebbe dall’aumento di competitività e quindi dell’abbassamento dei prezzi, favorendo con l’importazione e il consumo dei prodotti a basso valore, oltreché produrseli nuovamente tra le proprie mura. Come fare per essere competitivi? Tornando a promuovere la produzione di energia a basso costo, per esempio riaprendo al carbone, cosa che sappiamo non solo genera grandi quantità di gas serra ma grandi problemi di salute a tutti gli abitanti nei pressi delle miniere e delle centrali a carbone (Taranto docet) e esportando CO2 – che non paga la dogana quando invade lo spazio aereo di altri  –  in tutti i Paesi limitrofi.

Secondo U.S. Energy Information Administration (EIA), nel 2015 Wyoming, West Virginia, Kentucky, Illinois, and Pennsylvania producevano circa 580 milioni di tons  (71%della produzione di carbone nei soli Stati uniti). Ma nel 2018 è arrivata ad estrarre 750 milioni di tons (+30%).  Mentre prima ne esportava l’80% ora questo numero se lo consuma internamente (https://en.wikipedia.org › wiki › Coal_mining_in_the_United_States). Australia sta facendo la stessa politica, con la Brexit torneremo a vedere l’estrazione in Galles? la Polonia non accetta diktat neppure dalla EU di cui fa parte, essendo dipendente dal Carbone e dal sovranismo; la Germania ha ancora la più grande miniera a cielo aperto dell’Europa e forse del mondo per alimentare le sue acciaierie e produzione di automobili, nonostante i proclami. La Cina fa come gli pare ovviamene ma detiene il record mondiale di morti nelle sue miniere di carbone.

“We have creeks in Montana that have sulfate levels that would kill a cow, And that’s directly related to coal mining.” dice il sig Heyes che ha il ranch a 40 km dalla pig grande miniera di Carbone del Montana al giornalisti del sito https://isthmus.com/news/cover-story/wisconsin-coal-and-climate-change/  Teme per le sue mucche più che per se stesso. Questa è l’America: teme per noi, che pensa siamo ancora al pascolo nel suo allevamento.

Marco Benedetti
m.benedetticonsulting@gmail.com 

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