COP24 e il documento finale (trad.Italiano): Trasformiamo le future COP da muro del pianto ad albero della speranza
Dopo la recente conclusione della 24a Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici di Katowice (COP24), un’analisi di Fabio Roggiolani, coorganizzatore di Ecofuturo Festival e Vice Presidente di Giga-FREE.
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Dichiarazioni di principio inseguono dichiarazioni di principio: meglio di niente ma molto meno di quanto serve.
Dicemmo così anche per Parigi, ma il COP21 francese rispetto al COP24 di Katowice è stato molto più creativo e propositivo. Inoltre, in questo momento, ci troviamo di fronte ad un’accelerazione della situazione climatica e ad una serie di domande che cominciano ad avere risposte e tutte purtroppo molto pericolose del tipo: “se si sciolgono i ghiacci quanto metano si libera dal permafrost?”.
Appare insomma che la situazione descritta in questi anni possa subire gravissimi aggravamenti a causa della liberazione in atmosfera di protagonisti in negativo della climalterazione che fino ad oggi non avevamo previsto in queste possibili e micidiali proporzioni.
Ha fatto bene l’Italia a chiedere di organizzare il COP26 (vedi articolo “COP26 2020 in Italia: firma la petizione“) tra due anni, ma nel frattempo ci auguriamo che sia anche protagonista di alcune decisioni ed analisi fondamentali per il futuro della lotta ai cambiamenti climatici.
La prima questione sarebbe favorire la partecipazione in diretta streaming di almeno due terzi dei delegati per cominciare a dare il buon esempio sugli spostamenti di massa non necessari. Piccola goccia nel mare ma significativa, come lo è stata la borraccia distribuita a tutti i partecipanti a Katowice e che ha fatto risparmiare il consumo di mezzo milione di bottigliette di plastica.
Occorre cambiare gran parte dei protagonisti lasciando agli studiosi del clima una parte residuale e dando invece spazio agli ecoinnovatori, sia universitari sia industrie e start up innovative, per costruire tavoli di confronto per le soluzioni.
Quello che ha tentato di fare Piero Gattoni, Presidente del CIB quest’anno, portando gli esempi concreti della strategia del “quatre pour mille” e della nuova agricoltura bioenergetica dei doppi raccolti senza aratro ottenendo una eccellente accoglienza nel gruppo di lavoro, ma senza, purtroppo, alcuna eco nelle decisioni finali che restano prive di indicazioni attive e concrete di cambiamento.
La trasformazione da Muro del Pianto ad Albero della speranza dell’appuntamento climatico è tanto più urgente quanto più si persegue nell’autolesionistica analisi dei costi della riconversione ecologica e non delle ben più consistenti prospettive di lavoro, di risparmio, di democrazia energetica inclusiva, di innovazione tecnologica e di nuova civiltà in cui l’uomo ritrovi tempo per la vita e non solo per il perseguimento della ricchezza.
Ci saranno certamente scossoni pesanti in vari settori, mano a mano che si assumeranno le nuove tecnologie e le energie rinnovabili, si tratta di governare il cambiamento e di convincere il vecchio ad essere protagonista del nuovo, prima che il nuovo travolga il vecchio. certamente il conto globale per il mondo sarà positivo e sarà ancor più positivo per le economie che sceglieranno il cambiamento invece di ostacolarlo.
Il prossimo Festival di Ecofuturo, che si svolgerà dal 25 al 29 giugno 2019, con una appendice di festa il 30 a Padova, ha per titolo provvisorio “SMART WORLD – SMART PEOPLE La Terra salvata dalla Terra”, e proseguirà a descrivere il cammino della speranza già intrapreso da milioni di persone che pensano circolare, che studiano rinnovabile, che adottano soluzioni di risparmio e che fanno di questo un business finalmente in pace con la terra e il cielo imparando ad inserirsi nei cicli naturali senza violenza o ricostruzione fittizia dei cicli naturali.
Vi mettiamo a disposizione i documenti finali tradotti alla bell’è meglio, ma comprensibili, e con i riferimenti ai link ancora in inglese, che tradurremo al più presto perché tutti possiate partecipare a questa discussione e farci conoscere la vostra personale opinione su questa nostra idea di cambiare i protagonisti dei prossimi COP da premonitori ad innovatori ed inventori.
Inoltre occorre che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, ovvero siamo stanchi di vedere troppe organizzazioni, anche ambientaliste, che vanno a piangere sul clima versato alle varie COP e che in patria si oppongono a ogni innovazione e a ogni cambiamento del paesaggio verso le rinnovabili.
Concludo senza far nomi con un professore che ho incontrato a Katowice e che è protagonista da anni delle varie COP e che da noi passa il tempo ad opporsi ad ogni energia rinnovabile che non sia il solare fotovoltaico e anche per questa energia ad opporsi a tutte le installazioni nelle città e nelle campagne per salvare ora il bello ed ora il paesaggio, dimenticandosi che se il mondo non sarà segnato dalle rinnovabili in questa fase anche paesaggisticamente non ci sarà più spazio per la contemplazione ma sempre più spesso per la disperazione.
Scarica la traduzione del documento finale del COP24 di Katowice
Fabio Roggiolani