Concertone Primo maggio 2022 – Greenpeace/ Francesco Alesi

Concertone primo maggio: la protesta di Greenpeace

Concertone del primo maggio a Roma. Protesta di Greenpeace per denunciare l’ennesimo episodio di greenwashing di ENI, tra i principali sponsor della manifestazione. Durante il concerto, attivisti e attiviste hanno portato in piazza San Giovanni palloni giganti in lattice biodegradabile con il messaggio “ENI inquina anche la musica. Presente anche un’immagine del Cane a sei zampe che sputa fuoco sul Pianeta.

Già a Sanremo, con la protesta pacifica sul “green” carpet di ENI e il messaggio lanciato da Cosmo sul palco dell’Ariston, Greenpeace aveva denunciato la propaganda tossica. ENI continua a sponsorizzare concerti ed eventi culturali per mostrarsi come azienda attenta all’ambiente. Quando in realtà continua a puntare fortemente sul gas e sul petrolio che, oltre a devastare il clima, alimentano guerre e conflitti in tutto il mondo

L’indagine con il gruppo di ricerca DeSmog ha svelato che il 55% delle pubblicità online di ENI è greenwashing. Dall’inizio del conflitto in corso in Ucraina, inoltre, anziché puntare su una vera decarbonizzazione, il gigante del petrolio e del gas italiano ha cercato di assicurarsi nuove riserve di gas fossile da fornitori diversi dalla Russia. Aggravando ancora di più la dipendenza dell’Italia dalle fonti fossili.

Una legge europea per fermare il greenwashing

La pubblicità ingannevole delle aziende del petrolio e del gas dovrebbe essere vietata e non trovare spazio nel mondo della musica, della cultura e dell’informazione. Così come da anni è vietata la pubblicità delle aziende del tabacco. Anche qui c’è in ballo la salute: quella del Pianeta e di chi lo abita. 

Più di 30 organizzazioni stanno raccogliendo firme per chiedere una legge europea che vieti le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende dei combustibili fossili. E che fermi l’inganno dei finti messaggi green diffusi dai responsabili della crisi climatica.

Se entro ottobre la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine a queste operazioni ingannevoli.

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Redazione

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