Con “Smart Giglio” l’isola tenta la svolta «green»
Ora che il mostro da 114 mila tonnellate adagiato sul fianco se n’è andato per sempre l’isola del Giglio è tornata a essere uno scrigno di spiagge, insenature e acque limpidissime. Con il progetto “Smart Giglio” la provincia prova a cambiare rotta.
Della grande nave da crociera naufragata restano ancora i 200 sacconi di cemento da 90 tonnellate serviti per ancorare il relitto, le piattaforme di ferro e 120 mila metri cubi di rifiuti fuoriusciti dal gigante del mare. Non è questa l’unica emergenza ambientale del Giglio, isola verdeggiante e selvaggia che però dipende completamente dalla terraferma sul piano energetico. La centrale termoelettrica a gasolio di Giglio Campese serve non solo per l’illuminazione e il riscaldamento ma anche per la dissalazione dell’acqua di mare: un impegno che incide per circa il 20% della produzione annua.
Tutto insieme il consumo pro capite di energia arriva al 400% della media nazionale. LA PROVINCIA di Grosseto, il Parco dell’Arcipelago e il Comune gigliese hanno lanciato qualche mese fa il concorso di idee «Smart Giglio» per dare efficienza, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili all’isola. Da qualche giorno si conosce il gruppo di lavoro che ha vinto la competizione, composto dagli ingegneri e architetti Jacopo Montali, Elena Angeloni, Luciano Laffranchini, Monica Naso, Eliana Perucca, Paolo Porporato, Giovanni Santachiara e Guido Zanzottera.
Il loro progetto è stato giudicato il migliore rispetto a tutti quelli presentati per il concorso di idee, ma da qui a dire che il progetto troverà un’applicazione concreta ce ne corre. NEL GRUPPO di lavoro c’è la giovane architetto capalbiese Elena Angeloni mentre il resto proviene da Torino grazie all’architetto Giovanni Santachiara che si è da poco trasferito nel Grossetano. È lei che ci racconta i particolari del progetto che ha vinto i 9 mila euro del concorso e che, se realizzato, costerebbe 41 milioni con 700 mila euro all’anno di costi di manutenzione. Ma sarebbe in grado di abbattere i consumi energetici: «Siamo partiti analizzando a fondo il fabbisogno energetico dell’isola spiega l’architetto Angeloni per poi individuare la strada giusta per ridurre i consumi e renderla autosufficiente. Abbiamo puntato tutto sulle rinnovabili’ come fotovoltaico, eolico e solare termico. Fondamentali saranno anche i sistemi di accumulo nel caso in cui le fonti appena citate non fossero sufficienti.
Per esempio una smart grid che consente non solo di distribuire l’energia ma anche di controllare e ottimizzare i consumi». Tutto confluirà in una app che consente ai cittadini e agli addetti ai lavori di controllare in tempo reale i consumi. «Un modo per coinvolgere tutta la popolazione e responsabilizzarla al rispetto dell’ambiente prosegue Elena Angeloni nel nostro progetto c’è anche la previsione di un kit per ogni famiglia con pannelli solari, fotovoltaico e riduzione dei flussi idrici». È proprio l’acqua uno dei punti fondamentali del progetto vincitore: «Puntiamo a rendere più efficiente la rete di distribuzione dell’acqua potabile così da ridurre le perdite dal 30% al 10% e insieme accompagnare il kit per il recupero dell’acqua dei lavandini e per l’uso dell’acqua riciclata nei wc che permette di ridurre ulteriormente i consumi senza creare disagi ai gigliesi». L’inchino verso il futuro del Giglio ha già un piano energetico. C’è da augurarsi che tutto non naufraghi nel mare dei finanziamenti europei.