Con i principi condivisi ad Abbadia la Geotermia torna ad essere rinnovabile e pulita
Un evento di grande respiro e ricchissimo di contenuti, questa nuova tappa del percorso della Carta di Abbadia San Salvatore sulla buona geotermia, tenutasi gli scorsi 29 e 30 gennaio 2016 al Cinema Teatro Amiata di Abbadia San Salvatore e fortemente voluta dal Sindaco del paese da cui prende il nome Fabrizio Tondi, con il supporto fondamentale dell’Associazione Giga.
Si è trattato di un momento di vera partecipazione, con testimonianze di grande valore, a livello dell’associazionismo del territorio, scientifico, accademico e tecnologico, per porre finalmente fine alla monocultura geoterrmica, e presentare finalmente una geotermia dal volto nuovo, realmente sostenibile e rinnovabile come merita e con un ampio ventaglio di presentazione di esempi virtuosi di attività economiche indotte proprio dalla poliedrica fonte geotermia. Il fattore caratterizzante di questa partecipatissima due giorni era quello di aprire nuovi ambiti di dialogo tra i diversi attori, per creare uno specifico terreno comune di idee, per una fonte rinnovabile fondamentale per la migrazione verso un modello energetico distribuito, finalmente partecipativo, democratico e realmente inclusivo del cittadino, che si presenta con tratti caratteristici nuovi, come energia plurale, scalabile, modulare e distribuita e quindi di piùpiccola taglia, a reiniezione totale e controllata dei fluidi. Nello specifico, significativi durante l’evento, sono stati gli elementi di convergenza dal punto di vista ambientale verso i cicli binari pressurizzati a reiniezione totale rispetto alla tecnologia attualmente utilizzata in Amiata dei cicli Flash con reiniezione parziale ed emissioni in atmosfera. Obiettivo comune dei diversi attori chiamati a dialogare, la volontà di determinare i presupposti per arrivare alla futura riconversione delle centrali esistenti verso il ciclo binario con reimmissione totale anche per rendere giustizia in termini di rinnovabilità e sostenibilità della geotermia, con il processo di reimmissione dei fluidi che consente di prolungare la presenza di acqua calda nei serbatoi geotermici per un tempo molto lungo, certamente superiore ai tempi di vita della parte impiantistica della centrale. Un impatto, quello delle attuali centrali geotermiche flash in esercizio nell’area amiatina, che incide pesantemente sul’inquinamento locale, emettendo in atmosfera anche molti elementi climalteranti (pur esclusi dal conteggio ufficiale dell’IPCC). L’evento della due giorni di Abbadia ha ripercorso, attraverso un ricchissimo parco di relatori, tutti gli otto principi sui quali si articola la Carta di Abbadia sulla buona geotermia, che consentono di porre le basi di un sistema di controllo della corretta applicazione dei principi stessi, da consegnare certo alle istituzioni pubbliche ma anche alla vigilanza dei cittadini organizzati.
Ripercorrendo l’intenso programma, dopo l’introduzione del Vice Presidente Giga, Fabio Roggiolani, il Sindaco di Abbadia Fabrizio Tondi ha tracciato importanti riferimenti storico culturali del territorio amiatino, che potrebbero trovare nuovi potenziali da un cambio di paradigma nella utilizzazione delle risorse del sottosuolo dell’ex vulcano, definito da un grande amiatino come Padre Ernesto Balducci, “un isola sulla terra ferma” anche in virtù della significativa biodiversità che lo caratterizza. Un quadro territoriale completato poi dalle associazioni socio-economiche del territorio, sia attraverso le associazioni sindacali e di categoria, che hanno richiamato l’attenzione sulle preoccupanti emergenze occupazionali dell’area, e attraverso quelle dei cittadini organizzati come SOS Goetermia, la quale, con Roberto Barocci e Velio Arezzini ha elencato, circostanziandole, le loro ragioni e le forti preoccupazioni anche a livello epidemiologico, per porre fine alla geotermia sino ad oggi attuata nei territori e ad un modo di operare le scelte di pianificazione dei territori effettuato in maniera sostanzialmente unilaterale.
Nella sessione pomeridiana del venerdì, si è poi entrati nel merito degli approfondimenti tecnici, con ricognizioni di ampio respiro, come quella del Professor Enrico Pandeli, del Dip. Scienze della terra dell’Università di Firenze, che ci ha accompagnato prima nelle caratteristiche geologiche del territorio amiatino e successivamenteconcentrandosi sulle carattersitiche di quelle che sono state e sono le modalità di utilizzazione della risorsa e di come dovranno essere, anche alla luce delle grandi innovazioni tecnologiche in atto, per rendere davvero la coltivazione geotermica ad impatto zero. Una particolare notazione sui sistemi geotermici del monte Amiata, che proprio per il fatto di essere ad acqua dominante, creano impatti significativi con i cicli flash, come quelli eserciti attualmente nell’area, rivelandosi invece particolarmente vocati per i cicli binari a media entalpia. Ampio spazio poi alle esperienze sulla pluralità della geotermia, a cominciare dalla forma a bassa entalpia, quella che può finalmente arrivare ad essere percepita positivamente e direttamente dal citttadino, per il riscaldamento e il raffrescamento delle abitazioni. In questo contesto il Professor Alessandro Sbrana ha dato conto dell’interessante progetto europeo “Geo-Heat”, che ha permesso di portare questo tipo di geotermia in ambiti urbani, a pochi metri da uno dei simboli del nostro paese come la torre di Pisa. Si tratta di un grande esempio di sperimentazione di impianti GHP geotermici a ciclo aperto e chiuso in centri urbani storici, nel quale è stata data grande attenzione sia agli aspetti impiantistici che di monitoraggio e di caratterizzazione della risorsa in fase di esercizio. Un tema ripreso in pieno da Silvana Monastero diGeotermia srl, una azienda pioniera in Italia nelle tecnologie applicative di geotermia a bassa entalpia, partendo dalla perforazione dei pozzi per arrivare, attraverso le pompe di calore, ai sistemi di riscaldamento e raffrescamento. Un percorso che è proseguito attraverso i sistemi collettivi di riscaldamento e raffrescamento di intere comunità attraverso reti di teleriscaldamento, che hanno trovato molti casi applicativi proprio nel distretto geotermico storico di Larderello e che ancora non hanno espresso tutte le sue potenzialità nel distretto geotermico amiatino. Ad accompagnarci in questo affascinante viaggio nel teleriscaldamento geotermico, che sgrava completamente l’utente finali anche di tutti gli oneri di gestione dell’impianto, Dario Bonciani di COSVIG, che ha illustrato i risultati della partecipazione del Consorzio ad un grande progetto europeo comeGEODH, che ha coinvolto località di ben 14 paesi diversi. Le nuove incredibili possibilità fornite in termini di modularità e scalabilità della microgeotermia elettrica, sono state poi alla base dell’intervento del Presidente Giga Sauro Valentini, il quale ha illustrato come, con minime portate dei fluidi geotermici e temperature anche inferiori agli 80 °C si possano creare dei micropoli di cogenerazione (elettricità e calore), di alcune decine di kW di potenza installata, proiettando a pieno titolo anche la geotermia nel nuovo modello energetico distribuito disegnato dalla coralità delle rinnovabili . La microgeotermia elettrica delle piccole utilizzazioni geotermiche potrebbe inserirsi nelle attuali reti di teleriscaldamento producendo al ritmo di centrali da 100 kWh l’energia elettrica necessaria alla comunità che vive nelle aree geotermiche se non fosse proibito esplicitamente dal concessionario delle centrali in netto contrasto con tutti i deliberati mondiali sull’efficienza energetica.Una bellissima presentazione, anche attraverso affascinanti rendering 3D è stato indubbiamente l’intervento dell’Ing. Serena Bianchi diGraziella Green Power, che ha presentato quello che potrebbe essere davvero uno dei primi impianti italiani a ciclo binario e reiniezione totale, quello di Castelnuovo Val di Cecina, nel quale oltre ad attuare le migliori tecnologie disponibili, attraverso una filiera italiana di assoluta eccellenza, si è particolarmente soffermata sugli aspetti curatissimi, di integrazione paesaggistica dei siti. Significativo nell’intervento anche il focus sui nuovi sistemi di estrazione e reiniezione nella stessa piazzola e sui particolari di massima restituzione alla fruizione pubblica delle aree di cantiere alla fine del processo costruttivo dell’impianto. In questo quadro così composito ed articolato tracciato dalla nuova geotermia, non poteva certo mancare una proposta di riforma di questa grande risorsa, presentata nell’intervento di un grande esperto come il Professor Franco Donatini delDipartimento di Energetica dell’Università di Pisa, il quale ha proposto una schematizzazione legata ai profili di utilizzazione ed di sostenibilità della risorsa alla luce delle tecnologie disponibili. Davvero un quadro di grande utilità anche per la componente istituzionale, che deve quanto prima emettere delle linee guida davvero in linea con le grandi evoluzioni in atto. Non casuale in questo senso, la parte conclusiva della giornata di venerdì dedicata alla sessione politico istituzionale, coordinata dal Vice Presidente di Kyoto Club Francesco Ferrante, che ha visto la partecipazione degli onorevoli Marco Donati (PD), Samuele Segoni (AL) e del senatore Gianni Girotto (M5S), i quali, nei rispetti ruoli in seno alle Commissioni di cui fanno parte, ed apprezzando l’elevatissimo livello degli interventi scaturiti, hanno garantito il loro impegno, anche attraverso nuovi appuntamenti di approfondimento anche nelle diverse sedi istituzionali, per far recepire nelle nuove linee guida sulla geotermia i principi della Carta della Buona Geotermia.
L’On Samuele Segoni si è detto disponibile ad ospitare un appuntamento in cui le regole della Buona Geotermia siano proposte da GIGA , Sindaci e comitati stessi sulla scia di quanto emerso dalla giornata da lui seguita sin dai primissimi interventi. Una sessione che ha visto anche l’accorato intervento di Stefano Boco, di Rete Geotermica, il quale ripercorrendo il lungo e tortuoso percorso delle autorizzazioni di impianti geotermici a ciclo binario di nuova generazione, ha rimarcato l’essenzialità di arrivare a vedere realizzati almeno alcuni nuovi impianti, condizione essenziale per innescare un meccanismo virtuoso per la geotermia italiana. Le imprese della Rete Geotermica che rappresentano migliaia di posti di lavoro in Toscana e in Italia si impegnano a fare geotermia pressurizzata a ciclo binario e reiniezione e a candidarsi per la riconversione futura dei cicli flash a cicli a impatto zero in atmosfera. Alla sessione hanno inviato un loro messaggio dello stesso segno la Senatrice Loredana De Petris (SEL) ed ilCapogruppo PD del Consiglio Regionale della Toscana Leonardo Marras. Una due giorni intervallata dal bellissimo spettacolo teatrale di Dario Fo “Mistero Buffo“, messo in scena dal suo allievo prediletto Mario Pirovano, che ci ha fatto davvero rivivere al meglio sul palco il grande Dario. La prima parte della giornata di sabato si è aperta con ulteriori contributi di grandissimo spessore negli ambiti delle buone prassi e delle migliori tecnologie disponibili per la realizzazione di pozzi, conSimone Lisi di Magma Energy, per la reiniezione con Alessandro Murratzu e Simone Fiaschi di Idrogeo e Davide Scrocca e Giordano Montegrossi CNR-IGAG, per le buone pratiche per la sismica con Stefano Carlino dell’Osservatorio Vesuviano di INGV, che ha illustrato il grandissimo lavoro di caratterizzazione svolto dall’istituto partenopeo e sugli scambiatori in pozzo, una frontiera davvero affascinate per andare a sfruttare il calore direttamente laddove si trova. Sempre in questo ambito, ampio spazio agli esempi di buona geotermia più vicini a noi, attraverso la relazione di Aurelio Cupelli di Rete Geotermica, che ha presentato gli impianti geotermoelettrici realizzati in Baviera, in un tour fatto recentemente ed al quale hanno partecipato anche amministratori locali e regionali toscani. La conclusione della lunga due giorni è stata riservata poi ad uno degli argomenti più sentiti e fondamentale per chiudere il cerchio con il territorio, con una sessione interamente dedicata alle applicazioni secondarie della geotermia, alcune delle quali di particolare lungimiranza. Sul palco infatti si sono infatti susseguiti oltre a testimoni di “storie geotermiche “ locali, e nazionali anche esperienze di avanguardia, portate avanti anche da ENEA. In ambito locale, Enea Cosentino, Presidente della Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili (CCER)e responsabile commerciale della azienda serricola Parvus Flos, ha presentato l’esperienza evolutiva di CCER, che può vantare oggi ben 18 aziende, molto eterogenee per produzioni, legate a doppio filo e rese ancor più competitive dalla geotemia nei distretti geotermici di Larderello e Radicondoli. Si tratta di aziende che vanno dalla ortoflorovivaistica, alla pastorizia, alla produzione di birra, ai salumi, con i loro prodotti di eccellenza. Testimonianze importanti anche quelle di Florida di Galzignano (PD), nella quale con la geotermia si fanno coltivazioni di specie tropicali ed è da poco stato implementato un impianto di gambericoltura. Altra testimonianza di utilizzazione di integrazione di fonti rinnovabili tra geotermia a bassa entalpia con pompe geotermiche e fotovoltaico di grandi dimensioni a supporto della climatizzazione di serre è stato poi quello portata all’attenzione da Silvana Monastero di Geotermia srl, presentando le caratteristiche di un impianto da poco realizzato in provincia di Macerata. Un contributo importante in questa sessione è poi venuto dalla ricerca applicata con il Dottor Andrea Barbato delDipartimento di biotecnologie di ENEA Casaccia che ha illustrato i nuovi grandi orizzonti nelle coltivazioni di microalghe e prodotti nutraceutici, rafforzate proprio dalla importante sinergia con la geotermia. Una serie di sperimentazioni davvero affascinati quelle presentate da Barbato, in un contesto di piena economia circolare e con una prospettiva di assoluta svolta. Infatti, dopo decenni di difficile e controverso rapporto tra insediamenti industriali, ambiente e società, dove troppo spesso nuove attività economiche e di lavoro hanno portato come risvolto grandi criticità sulla salute delle comunità, prospettare un processo secondo che può dare origine a prodotti come quelli nutraceutici, capaci di prevenire patologie, con ottimizzazione del ciclo delle acque e dei fertilizzanti, è una prospettiva quantomeno entusiasmante, sopratutto se inserita in un contesto pianificato ed ordinato di interventi.
A conclusione delle sessione infine un esempio di buone pratiche relativamente alla promozione delle potenzialità turistiche, paesaggistiche e culturali del territorio anche attraverso la geotermia, con la testimonianza del Consorzio Turistico Volterra e Valdicecina. Un ambito di intervento quest’ ultimo, che per assumere la pienezza degli obiettivi, richiederebbe ancora di più una svolta tecnologica della geotermia anche nel nostro paese, dove questa fonte è nata. Insomma, una due giorni nella quale si è composta una ampia piattaforma di soggetti già in grado di collaborare tra loro in una logica costruttiva e condivisa con l’essenziale ed insostituibile contributo delle popolazioni coinvolte, che potrà dare davvero frutti fecondi, per uno strumento come la Carta di Abbadia, che si pone come linea programmatica sulla quale iniziare davvero nuovi percorsi virtuosi. Una linea programmatica che dovrà essere elemento fondamentale per la realizzazione nelle aree interessate di alcuni nuovi impianti a ciclo binario per dimostrare anche agli scettici la effettiva concretezza funzionale, nonostante che su questa questione permangano posizioni differenti tra SOS Geotermia e GIGA. SOS non vuole il cumulo tra vecchie e nuove centrali ma sostiene solo la totale riconversione mentre GIGA ritiene che se non verranno realizzate almeno tre quattro piccole centrali a ciclo binario prima della scadenza delle concessioni nel 2024 ENEL avrà vita facile a non avere competitor per le nuove gare, potendo riproporre così le vecchie tecnologie obsolete e impattanti.
Insomma si tratta dell’inizio di un dialogo, un timido ma sostanziale passo in avanti che dice alla Regione e al governo ” non paratevi più tra le nostre divergenze e se geotermia in futuro dovrà ancora essere, noi siamo d’accordo che sia solo a ciclo binario a reiniezione totale. La riconversione geotermica può diventare straordinaria nelle basse entalpie e per la riconversione di tutte le forme di riscaldamento e raffrescamento ad ogni latitudine, può dare grandi risultati anche nelle aree termali con il semplice scambio, potendo creare una filiera industriale innovativa e ecologicamente strategica per la lotta ai cambiamenti climatici nel matrimonio tra cicli binari ad emissioni zero con piccole e piccolissime centrali e usi secondi del calore per turismo, nutraceutica , micro alghe, agricoltura ed efficienza competitiva delle imprese .
Si può fare: le oltre 300 presenze attente e spesso entusiaste dei due giorni di Abbadia lo dimostrano, unitamente alla disponibilità dei parlamentari a sottoscrivere un accordo a livello nazionale tra aziende.