Confluenze – Rassegna Nazionale di Poesia della Città di Arezzo
Come guarire dal coronavirus i nostri vecchi: un pezzo di speranza concreta del Dottor Rinaldi
Pubblichiamo di seguito con grande piacere la bellissima testimonianza di un caro amico di Ecofuturo Festival e di Ecquologia come il Dottor Massimo Rinaldi, medico dal grande cuore al suo rientro da Aosta come volontario della Croce Rossa per il Covid-19.
Appena rientrato da un viaggio che lascerà un ricordo indelebile nella mia Anima. Sono partito come volontario della Croce Rossa Italiana per rispondere alla chiamata alle “armi”, per recarmi al “fronte” a causa dell’ emergenza Covid19. Dopo aver parlato con mia moglie e i miei sei figli (tutti sono stati d’accordo), ho preso il treno e sono stato catapultato “in trincea”, in Val d’ Aosta.
Val d’ Aosta? Si, Val d’Aosta dove c’è il più alto indice di incidenza dei contagi (5,95 contagi ogni 1000 abitanti. In Lombardia il tasso è del 4,88 e nel vicino Piemonte si ferma al 2,69).
Vorrei sottolineare che non c’è nessun “fronte”, nessuna “trincea”, non ci sono “armi”. Queste parole scatenano paura, angoscia, ansia per un “nemico invisibile”. Emozioni devastanti …e in questo momento non ne abbiamo proprio bisogno. Queste emozioni determinano una profonda alterazione del sistema immunitario così come è ben spiegato dalla PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia). Un pensiero può far funzionare bene o male i nostri anticorpi e in questa malattia, che è scatenata da un invisibile virus a RNA, abbiamo bisogno che il nostro sistema immunitario sia altamente efficiente.
Sono stato inserito nel gruppo che seguiva le RSA (residenza sanitaria assistenziale). I primi tre giorni sono stati devastanti … nove decessi…
Domande, dubbi, ricerche, confronti… perché tutto questo? cosa possiamo fare? …
La svolta c’è stata quando abbiamo letto i dati delle autopsie. Abbiamo iniziato a comprendere la fisiopatologia di questa malattia e da allora, su cinquantasei pazienti che ho seguito con i miei colleghi, solo una paziente è stata ricoverata in ospedale.
Tutti sappiamo che l’ unica cosa vera che accadrà nella nostra vita è che moriremo… ma credo che ci sia una dignità da rispettare in questo ultimo atto. Purtroppo, questa non è stata rispettata. Troppe persone, sottolineo, esseri umani, sono morti nella solitudine, senza una persona cara che stringesse loro la mano o che li guardasse negli occhi… Abbiamo dato importanza ai numeri, 10% in più, incremento del tot %….. intanto morivano da SOLI.
Il mio compito è stato si di prendermi cura della loro salute fisica, ma anche di quella Psichica. Incrociare i loro sguardi, ascoltare le loro paure, cercare di rassicurarli. Una cosa che non dimenticherò è il volto di Maria… domenica di Pasqua, piangeva, di una tristezza infinita. Aveva perso da poco più di un mese un figlio per incidente stradale e adesso era lì, in un letto con la febbre, mal di testa, con l’ ossigeno… Voglio morire, non ne posso più!”. Mentre parlavamo ho saputo che aveva una figlia e dei nipoti che non vedeva da quasi un mese… Siamo riusciti a fare una videochiamata… ha rivisto i nipoti, la figlia… ha iniziato a sorridere, a fare progetti per quando si sarebbero rincontrati. Abbiamo pianto insieme… dopo poche ore la febbre era scomparsa come pure il mal di testa e aveva meno bisogno dell’ ossigeno.
In questa immane tragedia che ha colpito tante persone, non dobbiamo dimenticare che siamo Esseri Umani… e non numeri. Io non sono un padreterno, non posso guarire tutti ma posso prendermi cura di tutti così come fanno tanti meravigliosi e fantastici colleghi, infermieri, assistenti sociosanitari che ho avuto la fortuna di conoscere. Dobbiamo comprendere che siamo tutti collegati, che siamo entanglement… (un termine che usano i fisici per dire che nessuna particella è isolata ma che sono tutte unite). Noi siamo uniti alla Terra ma anche tra di noi e le nostre cellule sono unite tra di loro… Dobbiamo riscoprire l’ ecologia del corpo… per far si che il nostro corpo possa convivere, come è sempre stato nei milioni di anni di evoluzione, con i virus, i batteri che ci circondano. Il nostro sistema immunitario è straordinario… ma dobbiamo mantenerlo efficiente. Ma come è possibile questo se ci nutriamo di cibo spazzatura, se non camminiamo, se siamo sempre arrabbiati, tristi, angosciati?
Il coronavirus ha determinato una crisi sanitaria, umanitaria e sociale che nessuno avrebbe immaginato. Un piccolo stimolo (I Coronavirus hanno morfologia rotondeggiante e dimensioni di 100-150 nm di diametro circa 600 volte più piccolo del diametro di un capello umano!) ha determinato una risposta planetaria. E’ dalla crisi che nascono nuove idee, nuovi modelli di sviluppo anche sociale. Riporto una frase di Einstein “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura”. Questa pandemia ci ha messo di fronte ai danni che abbiamo provocato al pianeta che abitiamo.
Il pianeta, come stiamo vedendo, può vivere tranquillamente senza gli esseri umani ma l’ Uomo non può vivere senza la Natura. Potremmo ancora tollerare l’ ingresso delle grandi navi a piazza S.Marco? I pesci, le meduse, gli uccelli stanno ripopolando la laguna veneziana, i delfini sono nei porti, le acque del mare sono ritornate limpide, lo smog è scomparso dalla pianura padana, dai satelliti si rivedono città che prima erano oscurate dallo smog… tutto per cosa? Soldi, il dio a cui ci siamo prostrati.
Il coronavirus è un incitamento alla riflessione e al cambiamento. Noi siamo i custodi di una bellezza indescrivibile … il sole sorge, gli alberi fioriscono, profumi inebrianti delle erbe aromatiche ci circondano … Viaggiamo su un piccolo pianeta che vaga nell’oscurità dell’universo. Il dolore di uno è il dolore di tutti. Apriamo il Cuore e sentiremo la comunione che c’è tra tutti gli esseri umani.
Il sacrificio delle persone che sono morte a causa del virus non sia vano!
Massimo Rinaldi, medico oncologo e agopuntore