Chimica Verde: la visione sistemica dell’agricoltura sostenibile (di Sofia Mannelli e Beppe Croce)

Inizia sul sito di Ecquologia una collaborazione con la nostra Associazione Naz. Chimica Verde Bionet sulle tematiche di nostra competenza, ovvero sull’infinito e incredibile mondo della Chimica Verde.

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E’ opportuno un chiarimento terminologico che abbiamo già descritto nel documento per il CREA PB e la Rete Rurale Nazionale  nel  Focus Chimica Verde – “Per una ortofrutticoltura sostenibile: le soluzioni della Chimica Verde”.

Con ‘Chimica Verde’, intendiamo il corpo di conoscenze e di tecniche per l’utilizzo di materie prime derivate da organismi viventi: vegetali, animali, funghi, alghe, batteri, lieviti e altri microrganismi. Ossia materie prime di origine biologica ‘a ciclo corto di carbonio’ (per distinguerle dalle materie prime biologiche di origine fossile, quali petrolio, carbone, gas naturale e così via). 

La chimica verde si distingue in tal modo dalla petrolchimica e in generale dalla chimica di sintesi per due aspetti: opera con processi e prodotti più sostenibili, grazie all’impiego di materie prime rinnovabili, facilmente biodegradabili e in genere a bassa tossicità per l’uomo e per l’ambiente. Inoltre dispone, potenzialmente, di un corredo di molecole enormemente più ricco e complesso di quello della petrolchimica, che richiede l’impiego di conoscenze, metodologie e processi altamente innovativi, derivati dalla genetica, dalla biologia molecolare e dalle scienze della vita in generale.

Ma c’è un terzo aspetto fondamentale implicito nella chimica verde, ed è la rottura col paradigma che ha dominato la chimica industriale del Novecento. In agricoltura come in altri campi, questa ragionava sostanzialmente in termini di processi lineari input-output. Questo suolo è carente di un nutriente? è infestato da un fungo patogeno? La chimica ti offre il mezzo tecnico specifico che apporta quel nutriente o che debella il fungo. Anche la Chimica Verde offre prodotti specifici, ma non si limita a proporre la sostituzione di un prodotto con un altro più sostenibile. Proprio per evitare l’eccessiva interferenza sugli ecosistemi che caratterizza i prodotti convenzionali, la Chimica Verde punta sulla combinazione di una pluralità di azioni, finalizzata innanzitutto a ‘prevenire’ più che a curare. Per cui, a fianco di prodotti specifici quali biopesticidi o biofumiganti, la Chimica Verde come la intendiamo noi, si muove anche sui binari delle successioni colturali, dei sovesci, del compostaggio, degli insetti antagonisti e così via.

Infatti sempre all’interno delle branche e delle tecnologie della Chimica Verde nascono molte altre filiere sostenibili, hanno sempre un’origine comune con l’agricoltura perché utilizzano come matrici ancora vegetali o animali, ma il prodotto finito riguarda altri settori che all’apparenza sono molto distanti: si parla allora di biocompositi e bioplastiche, di cosmesi e detergenza, di bioenergie e biocarburanti, di biolubrificanti, di coloranti naturali, di fibre ma anche di tutte quelle innovazioni che possono riguardare il mondo della filiera ittica e dei beni culturali. Innovazioni sostenibili, importanti per l’ambiente, per i territori dove vengono realizzate e utilizzate, per promuovere lo sviluppo e l’occupazione che partecipano alla grande strategia per limitare il dissesto climatico ambientale.

Dott.ssa Sofia Mannelli Presidente Chimica Verde Bionet

Prof. Beppe Croce Direttore Chimica Verde Bionet

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