Cambiamenti climatici: rischio fallimento per le aziende che non si adattano

Gli investimenti per l’adattamento climatico stanno divenendo improcrastinabili per le aziende, visti come unica soluzione per garantirsi una crescita futura evitando la chiusura e il fallimento: queste le indicazioni di un nuovo rapporto della Global Commission on Adaptation.

La necessità di ridurre concretamente i rischi derivanti dalla crisi ambientale in atto, adattarsi climaticamente e, più in generale, di mettere in atto qualsiasi azione a favore del  clima, si dimostra  sempre più prioritaria per la crescita economica globale, che si conferma anche nel nuovo report della Global Commission on Adaptation, la quale ha pubblicato recentemente un accurato report, scaricabile in calce al post, che da indicazioni per sostenere gli investimenti necessari e i conseguenti ritorni economici. Una necessità sostenuta anche dal governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, secondo il quale le aziende e le industrie che non stanno intraprendendo la strada verso transizione energetica ed il raggiungimento dell’obbiettivo delle emissioni zero sono destinate inevitabilmente al fallimento.

Come ha spiegato lo stesso Camey in un’intervista al The Guardian – “le imprese che faranno molto bene durante questo processo saranno parte della soluzione. Ma ci saranno anche quelle che resteranno indietro. E le aziende che non si adatteranno – ha sottolineato Carney – finiranno in bancarotta, senza dubbio alcuno”.

Ben lontana dal danneggiare l’economia globale, l’azione a sostegno del clima sostengono invece la crescita economica e, come ha voluto precisare ancora Camey: “la necessità di raggiungere emissioni nette pari a zero arriva in un momento in cui è necessario anche un forte aumento degli investimenti a livello globale per accelerare il ritmo della crescita e contribuire all’aumento dei tassi di interesse globali. È l’unica soluzione per farci uscire da questa trappola a bassa crescita e basso tasso di interesse in cui ci troviamo oggi”.

Un rischio, quello del fallimento, che non si limita ovviamente solo alle aziende estendendosi anche ad investitori e finanziatori, con lo stesso Carney che porta come esempio le compagnie carboniere statunitensi, le quali hanno già registrato una perdita del 90% del loro valore,  con un grave rischio concreto anche per le banche che vi hanno investito.

Un monito importante quello del governatore della Banca d’Inghilterra che ha ammonito che ”proprio come in qualsiasi altro grande cambiamento strutturale, le banche sovraesposte in settori ormai al tramonto subiranno gravi conseguenze”, evidenziando come anche se aziende ed imprese non vogliono agire in nome del pianeta, almeno agiscano per l’economia globale ed i loro propri interessi, volendo citare anche l’amministratore delegato di Morgan Stanley James Gorman: “se non avremo più un pianeta, non avremo nemmeno più un sistema finanziario”.

A seguire un grafico molto efficace tratto dal rapporto che ben evidenzia i diversi scenari suddivisi per ambiti in funzione dell’incremento della temperatura media globale.

Link per scaricare il rapporto di Global Commission on Adaptation “ dal titolo “Adapt now: a global call for leadership on climate resilience”

Sauro Secci

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