Boom del biologico in Italia: vendite e terreni coltivati in crescita
Il Sana 2017, manifestazione fieristica leader in Italia nel comparto dei prodotti biologici, conclusasi lo scorso 11 settembre a Bologna, è stata l’occasione per presentare i numeri aggiornati del biologico in Italia, evidenziando incrementiin tutti i settori.
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Un grande rafforzativo per un settore protagonista assoluto dell’edizione 2017 di Ecofuturo Festival, con le aziende convertite a biologico del Biogasfattobene di CIB, con il settore dei grani antichi presente con l’azienda del padre del biologico italiano Gino Girolomoni, Con Maria Grazia Mammuccini di FedeBio e la sua azienda produttrice in Toscana di vino biologico, con l’orto bioattivo, che permette l’avvento del biologico anche in ambito urbano e con l’inaugurazione del monumento all’aratro, grande killer sul versante dei cambiamenti climatici, che ha imperversato nell’agricoltura industriale degli ultimi decenni.
Grandi numeri in termini di produzione, di superfici coltivate e di spesa dei consumatori, quelli fatti registrare nell’ultimo anno dal biologico italiano, con ortofrutta ed agrumi con performance superiori alla media di comparto, presentati ed illustrati venerdì 8 settembre al Sana di Bologna in occasione dell’incontro di presentazione di “Tutti i numeri del bio italiano”, che ha visto la presentazione dei dati dell’Osservatorio SANA 2017, promosso e finanziato da BolognaFiere, con il patrocinio di FederBio e Assobio e redatto sulle elaborazioni del Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica (Sinab) per il Mipaaf e presentate nel dettaglio unitamente ai dati Ismea.
Quello del biologico italiano è oramai un mercato da cinque miliardi di euro, due dei quali garantiti dall’export, corrispondente al 5% del totale delle esportazioni agroalimentari, che ha fatto registrare nel 2016 una progressione record, con un incremento di superficie coltivata di quasi 1,8 milioni di ettari, con 72000 operatori, che crescono del 20,3% rispetto al 2015, quando lo sviluppo sul 2014 era stato “solo”, rispettivamente, dell’8,2 e del 7,5%. Oggi le aree coltivate a biologico valgono il 14,5% della superficie agricola totale italiana, con la produzione di agrumi attestati al 28%, i fruttiferi al 18% e le ortive al 17%, con una superficie convertita al biologico di oltre 300mila ettari, con l’Italia che presenta davvero una marcia in più rispetto agli altri paesi europei come ben evidenzia il grafico seguente, con il biologico che si rileva un formidabile strumento per rafforzare l’immagine del Made in Italy.
Molto interessante anche l’analisi dei dati relativi al versante delle vendite, grazie ad una specifica indagine presentato da Nomisma nel corso dell’evento, con le ultime stime relative alle vendite 2016 nel canale specializzato che fanno registrare un +3,5%, mentre nella GDO l’aggiornamento Nielsen evidenzia un +16% nel periodo luglio 2016 – giugno 2017 e una quota dell’organic sul totale delle vendite alimentari pari al 3,5%, di ben 5 volte superiore rispetto al 2000.
Entrando nel dettaglio dell’indagine di Nomisma si evidenzia come il biologico interpreta al meglio le esigenze del consumatore italiano, alla ricerca di prodotti salutari (valore ritenuto molto importante nella scelta di prodotti alimentari dal 58% dei responsabili degli acquisti), eco-friendly (39%), semplici e comodi all’uso (31%), senza mai rinunciare alla qualità al giusto prezzo (65%) per la propria tavola.
Una serie di valori fondamentali per il consumatore, alla base del successo del biologico e della crescita della consumer base, cioè della base dei consumatori che hanno avuto almeno una occasione di acquisto negli ultimi 12 mesi, che nel 2017 ha raggiunto ormai ben il 78% delle famiglie, quando era al 53% solo nel 2012. Un risultato che significa che oggi quasi 8 famiglie su 10 hanno acquistato almeno una volta nell’ultimo anno un prodotto biologico e che in soli cinque anni il numero di famiglie acquirenti è aumentato di oltre 6 milioni.
Una tendenza che trova ampi riscontri anche nella trasformazione degli assortimenti della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), con il numero medio di referenze bio vendute da un punto vendita della GDO è cresciuto nell’ultimo anno del 29%.
Sauro Secci