Bollicine per Coca, bibite e acque minerali d’ora in poi solo dalla Geotermia
Eppure l’anidride carbonica è anche qualcos’altro. Ovvero una risorsa da utilizzare che può portare, con le dovute cautele, ad uno sviluppo economico e ad un incremento di occupazione.
L’utilizzo della CO2 infatti investe numerosi campi: dalla refrigerazione alla metallurgia, dagli impianti tessili alle cartiere, sino ad arrivare alla preparazione di bevande gassate. I metodi estrattivi tradizionali prevedono tuttavia l’utilizzo di trivelle per perforare il sottosuolo e realizzare così dei veri e propri campi di coltivazione dell’anidride carbonica. Metodi che, secondo la Regione Toscana hanno un impatto troppo gravoso per l’ambiente e che necessitano quindi di una presa di posizione chiara in merito. Posizione che proprio in questi giorni è stata comunicata dal Governatore Enrico Rossi.
“E’ una posizione – spiega il presidente Enrico Rossi – di responsabilità nei confronti dell’ambiente, ma anche delle esigenze del sistema produttivo. E valorizzeremo anche così un primato della Toscana, l’unica regione in Italia dove viene svolta attività geotermoelettrica e dove esiste un accordo con Enel che permette di raccogliere la CO2 dai camini delle centrali gratuitamente.
La direttiva che la giunta darà ai suoi uffici sarà quindi quella di non procedere al rilascio di ulteriori concessioni secondo i metodi tradizionali”. In breve, la Regione ha deciso di non rilasciare più concessioni alle aziende che intendono coltivare l’anidride carbonica in maniera tradizionale, ovvero con il processo estrattivo dal sottosuolo (al momento le concessioni per l’estrazione della CO2 con metodi tradizionali in Toscana sono 8: due nel comune di Montepulciano (Si), due in quello di Pergine (Ar), una a Laterina (Ar), una a Rapolano Terme (Si), una a Castelnuovo Berardenga (Si) e una a Caprese Michelangelo (Ar)), ma di limitare la coltivazione di questa risorsa solo ai contesti geotermici attraverso il metodo dell’estrazione diretta dai camini delle centrali geotermoelettriche di Enel GreenPower, con cui esiste già un accordo che prevede lo sviluppo di “progetti per il recupero ed il riutilizzo della CO2 emessa dalle centrali ed a tal scopo impegnano la società a concedere gratuitamente la CO2 in uscita dagli impianti di abbattimento AMIS nonché gli spazi nell’ambito delle centrali per la realizzazione degli impianti necessari”.
Si tratta, leggiamo sul sito della Regione Toscana, di una decisione che segue quelle che sono le indicazioni del PAER (Piano Ambiente Energia Rifiuti) in fase di approvazione, nelle intenzioni del legislatore una vera e propria “bibbia” improntata alla sostenibilità in Toscana e all’interno del quale si ricorda come “in sede di valutazione di impatto ambientale sia considerata, in una logica di valutazione costi-benefici tra le alternative proposte, la possibilità di ricorrere a differenti tecniche di coltivazione della Co2 se meno impattanti di quelle estrattive”.
E proprio nei pressi di Larderello, la culla della geotermia, è in progetto uno degli impianti di cui abbiamo parlato, che interessa la centrale di Valle Secolo, una delle più grandi in termini di potenza installata (120 MW) e che, stime alla mano, consentirebbe l’estrazione di 50.000 tonnellate/anno di CO2, secondo un accordo stipulato tra Enel GreenPower e Lampo GreenGas, una delle aziende leader nel settore della distribuzione e vendita della CO2.
FONTE | Alternativasostenibile.it