Comunità Energetiche: spunti di riflessione sulla forma giuridica
Bollette ed energia: siamo a un bivio. Fossili o Rinnovabili?
Formidabile presa di posizione di Gianni Girotto!
Noi di Ecquologia e di Ecofuturo condividiamo integralmente questa presa di posizione (a questo link potete ascoltare la sua riflessione video) che riallineerebbe il nostro paese alla svolta impressa dal nuovo presidente USA Biden. Non si tratta di penalizzare le nostre aziende delle fossili, ma neppure di promettere loro un quieto vivere sulle spalle dei cittadini e delle imprese italiane, sollecitandole invece al cambiamento nel loro e nel nostro interesse. Installare capacità aggiuntiva di generazione elettrica in nome della fine del carbone è sbagliato e controproducente, meglio garantire il migliore utilizzo degli impianti esistenti consentendo loro di essere remunerativi e ben manutenuti per ogni evenienza o bisogno: per il resto è l’ora delle rinnovabili continue (geotermia, biometano, pompaggi idroelettrici, piccole biomasse diffuse ) e dell’idrogeno, ampiamente sostenuto dalle scelte dell’Unione Europea.
Cosa è il Capacity Market?
Per chi fa finta di saperlo o per chi semplicemente non lo sa, il capacity market è un mercato protetto e garantito per remunerare gli impianti che si impegnano a fornire energia elettrica, non semplicemente in maniera continua ma nel momento in cui la rete chiama a contributi di stabilizzazione o a carenze di rete. La stabilizzazione deriva dal fatto che con l’avvento delle energie rinnovabili e dell’elettrico nella mobilità sia la immissione in rete che la richiesta della rete stessa diventa discontinua e richiede immissioni o fermate di quegli impianti che possono essere accesi o spenti molto rapidamente. Come forse molti non sanno l’Italia ha una capacità nominale produttiva di energia elettrica molto grande e ridondante rispetto al proprio fabbisogno e gran parte delle turbogas in funzione sono in produzione per poco più di 1000 ore all’anno ( a fronte di 8500 ore annue) e hanno portato al fallimento o alla amministrazione controllata gran parte degli operatori che ci hanno investito.
Il fotovoltaico è di gran lunga meno costoso del turbogas anche perché gli impianti a gas sono stati costruiti tutti lontano dalle città e sprecano così tutto il calore che si produce durante la produzione di elettricità invece di utilizzarlo, come avviene a Torino, per il teleriscaldamento. Quindi oggi non viene in mente a nessuno di aprire una nuova centrale a turbogas, ma di fronte alla scadenza del 2025 quando si dovrebbero spegnere le centrali a carbone mancheranno di colpo al nostro paese oltre 10.000 mw di potenza continua ovvero il 13,5% di tutta l’energia oggi consumata. 12 centrali a carbone in funzione per il 13,5% come detto dell’energia consumata, ma con l’emissione del 40% di tutta la C02 emessa nel totale di produzione elettrica italiana, per cui il carbone per produrre energia è un disastro climatico e deve essere superato assolutamente. E’ giusto che ci si preoccupi della stabilità e continuità della rete ma per garantire la continuità possiamo ricorrere anche a molte rinnovabili continue (geotermia, biogas, biomasse a filiera corta, accumuli in batteria di fotovoltaico ed eolico, ripompaggi notturni per produzioni nelle ore di picco di idroelettrico e idrogeno, specie in decine di migliaia di piccoli impianti diffusi in tutto il paese alimentati dalla rete del gas ) di medie e piccole dimensioni ma molto più diffuse del paese delle 12 centrali a carbone che chiuderanno e quindi ridurre per questa via gli sprechi di rete. Inoltre potremmo avere nuove turbogas, ma solo se nell’ambito di progetti di teleriscaldamento. Insomma nessuno può chiamarsi fuori, il problema esiste ma la soluzione tutto fossile / tutto gas con nuove centrali è una boiata pazzesca per l’ambiente, costosa per le nostre tasche e, come ripetiamo, un danno alle stesse imprese che invece di rinnovarsi si cullerebbero sui soldi di pantalone.
Fabio Roggiolani, cofondatore Ecofuturo festival, presidente GIGA, membro Coordinamento FREE

CAPACITY MARKET, GIROTTO (M5S): “COSÌ NON VA, FUTURO DEL MERCATO ELETTRICO SONO ACCUMULO E RINNOVABILI”
Roma, 2 febbraio 2021 – “Il nuovo capacity market non potrà non puntare su accumuli e rinnovabili. Lo strumento attuale è troppo sbilanciato sulle fonti fossili e mostra diverse criticità che andranno risolte e che comportano maggiori costi per i cittadini. Che le rinnovabili siano il futuro del mercato elettrico non si discute, il percorso è già abbondantemente e chiaramente definito dalle direttive europee e dallo stesso PNIEC. Non si capisce perché un meccanismo che deve garantire l’adeguatezza del sistema elettrico italiano alla domanda sia basato esclusivamente sulla vecchia tecnologia delle fossili, che andrebbero invece utilizzate solo come risorse di ultima istanza. Tenuto conto che nel frattempo stoccaggio e rinnovabili cresceranno, prorogare gli impianti a carbone e prevedere di incentivare per 15 anni nuova capacità a gas, potrebbe risultare non solo inutile, ma anche assai oneroso nei confronti dei consumatori, dal momento che ciò si tradurrebbe in bollette con importi maggiorati e ingiustificati per 15 anni. Non ci dimentichiamo che si tratta di risorse che potrebbero essere gestite in modo più razionale, sostenendo l’innovazione e l’utilizzo di tecnologie rinnovabili e l’efficienza energetica, creando forte impulso alla filiera produttiva italiana. Sicuramente anche la regolamentazione dovrà fare dei passi avanti e il Governo dovrà prendere atto della direzione intrapresa a livello comunitario e nazionale: rinnovabili e stoccaggio sono imprescindibili e il nuovo decreto sul capacity market non potrà non tenerne conto”.
Così in una nota Gianni Pietro Girotto, Presidente Commissione Industria, Commercio e Turismo al Senato della Repubblica, al margine dell’odierna audizione informale di Terna, nell’ambito dell’affare assegnato n.397, consultabile a questo link: Affare sulla razionalizzazione, la trasparenza e la struttura di costo del mercato elettrico e sugli effetti in bolletta in capo agli utenti
Gianni Pietro Girotto, Presidente Commissione Industria, Commercio, Turismo – Senato della Repubblica