Biopolimeri espansi nelle serre: migliora la crescita e la sostenibilità di fiori e ortaggi. Il Biofoam® di Synbra technology

Per le serre italiane è disponibile da alcuni anni un nuovo materiale per la realizzazione di substrati per isolamento dei bancali per colture delle piante e per il mantenimento della umidità nei mix di crescita delle piante orticole. Il mondo della orticoltura e del viviamo è in genere piuttosto attento alle innovazioni che portino miglioramenti alle culture, ma in questo caso l’obiettivo è anche quello di migliorare la sostenibilità ambientale soprattutto la riduzione degli sprechi e dei rifiuti. (nella foto di copertina sviluppo radicale di piante di pomodoro nel substrato di sfere di biofoam™)

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Biofoam® è un prodotto della olandese BeWi Synbra multinazionale specializzata nella produzione del tradizionale polistirene  espanso ma dal 2014 ha avviato la produzione industriale  di un materiale alternativo, dalle prestazioni  del tutto assimilabili all’eps ma 100% di origine vegetale (da residui industriali di barbabietola o canna da da zucchero) e 100% biodegradabile e compostabile. Il prodotto è pla espanso (biopolimero) che usa la CO2 prodotta dallo stesso stabilimento per l’espansione del granulo base.

Synbra è oggi anche molto attiva nel campo della rigenerazione del poliestere espanso.

Perché il biofoam nelle serre

In uno studio  dedicato alla produzione di crisantemi in serra, effettuato all’interno del  progetto Horticulture and Arable Farming presso l’Università di Scienze Applicate di Van Hall Larenstein e commissionato dallo stabilimento DLV si legge:” L’uso dell’isolamento del suolo ha un effetto positivo sulla crescita del crisantemo nelle varietà Zembla e Anastacia….l’effetto positivo di isolamento del terreno sulla coltivazione di crisantemo è particolarmente visibile nella parte della pianta vegetativo. Il peso della pianta aumenta in particolare nelle prime settimane. Inoltre, l’isolamento del suolo assicura che le piante divengano generalmente più uniformi.

Una serra impiegata per la sperimentazione del biofoam nella produzione di crisantemi


Lo spessore del materiale può certamente influire sugli effetti sulla pianta.” Sono stati testati spessori da : 0,5 cm 1,0 cm a 0,75 cm è. “ Secondo il calcolo della resa, ciò non ha effetti negativi sulla resa per metro quadrato. Il tipo di isolamento base utilizzato dipende in particolare dalla durata con cui si desidera utilizzare il materiale, perché le differenze tra i due sono abbastanza piccole. Il biofoam generalmente mostra i migliori risultati ed è ecologico ma è l’opzione più costosa. EPS è un’opzione meno costosa che offre meno effetto e ha un inquinamento petrolchimico.” In un quadro di ricerca sui costi di smaltimento dei materiali plastici usati nei vivai di difficile recupero e riciclo, Il biofoam offre vantaggi. 

Un’altra ricerca è stata portata avanti  a Dronten sempre in Olanda presso il CAH e integrate dalle impressioni iniziali del  Plant Research di Made.

In questo caso lo studio riguarda la crescita di vegetali per il mercato ortofrutticolo. E’ stato comparato l’uso tradizionale di lana di roccia con l’uso di palline espanse e lastre di biofoam, per la radicazione delle piante. “ Le piante di pomodoro – si legge nel rapporto – sono state utilizzate su una serie di pellet di torba-biofoam:1. Miscela A: 75% di torba e 25% di biofoam 2. Miscela B: 66% di torba e 34% di biofoam 3. Miscela C: 50% di torba e 50% di biofoam 4. Miscela D: 34% di torba e 66% di biofoam . L’alternativa Biofoam  alla lana di roccia. “Le proprietà delle piante – continua – come la lunghezza delle colture, l’aumento della lunghezza relativa e la qualità delle foglie (area per unità di peso secco) sono dello stesso ordine o migliori del controllo eseguito in parallelo con il substrato di lana di roccia.” Sia in Dronten che Made è stato scoperto che le radici crescono attraverso le sfere espanse di Biofoam. Questo è un punto di attenzione, perché se questo accade regolarmente, la capacità di ritenzione idrica del tappeto può salire.” infine si legge:” A volte la frammentazione del substrato è osservata in parti strettamente radicate di Biofoam. Gli effetti  fisici dovute allo sviluppo delle radici possono essere la ragione, ma non escludere è un effetto anche sul pH.”.

Innaffiamento automatico nella coltivazione di pomodori in serra

Essendo il Biofoam un polisaccaride espanso (pla) nelle serre può mantenere una migliore ossigenazione dell’apparato radicale per poi diventare ammendante dopo mesi dal momento del trapianto  nei terreni di coltura (orti) , essendo biodegradabile e compostabile (secondo test EN13432).

Infine un ultima  applicazione interessante può essere nella produzione di vasetti per il gardening e plant nursery. A differenza di quelli in plastica o carta compressa sono infatti  isotermici, cioè risentono molto meno delle variazioni climatiche e della insolazione diretta proprio proteggendo la biomassa e consentendo il risparmio di acqua nei mesi estivi.

Infine uso di biofoam nel gardening consente la riduzione dei costi di smaltimento essendo compostabile  a norma EN13432 anche per le famiglie o gli orti cittadini.

Il problema della riduzione del consumo di acqua come scrive L’Anbi, Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, in un comunicato diffuso, il 17 marzo scorso, spiega  infatti come la situazione idrica per agricoltura sia già a rischio per l’aumento delle temperature e  il rischio di siccità. In particolare preoccupala La situazione al sud Italia come normale. Qui è già emergenza: negli invasi mancano circa 400 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo scorso anno, ne abbiamo circa 2.100.

Biofoam potrebbe essere una alternativa sostenibile per la riduzione dei consumi idrici nelle coltivazioni in serra del meridione.

Al maggior costo del materiale, perché non di derivazione petrolifera, gli agricoltori e vivaisti devono mettere in conto i benefici derivati dal minor consumo idrico potenziale nell’uso di sfere di biofoam nelle miscele del suolo e dai minori costi di smaltimento e inquinamento potenziale dei terreni. Sostenere la qualità dell’ambiente non è più una opzione procrastinabile, neppure peril mondo agricolo.

Marco Benedetti
m.benedetticonsulting@gmail.com

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