Arriva anche la Pila “eterna” e parla ancora italiano

L’ambito delle tecnologie di accumulo rappresenta indubbiamente quello più importante e vivace nell’ambito della ricerca e sviluppo per dare un impulso decisivo alla decarbonizzazione dei modelli energetici.

Ha distanza di oltre due secoli da quando nel 1799 un nostro connazionale come Alessandro Volta riusciva a realizzare una pila elettrica, evolvendo gli studi di un altro italiano come Luigi Galvani, l’Italia è ancora sugli scudi in quella che potrebbe prospettarsi come la “Pila eterna”. E’ infatti un ricercatore dello Iuss-Eucentre di PaviaGianni Lisini, ad avere brevettato una speciale pila “eterna”, green e attualmente in grado di garantire una durata variabile tra i 15 e i 20 anni, che può avere ancora buoni margini di miglioramento.

Una tecnologia quella messa a punto, nel segno della ibridazione tra due ambiti diversi delle tecnologie di accumulo, con la parte di accumulo chimica, abbinata ad un supercapacitore che cerca di modulare al meglio le rispettive caratteristiche dei due ambiti, come capacità di accumulo e numero di cicli di carica e scarica.
Come spiega lo stesso Lusini, la batteria “è composta da un accumulatore chimico affiancato a un supercapacitore, un condensatore di recente costruzione che ha la caratteristica di poter accumulare fino a 5mila Farad, con il vantaggio di avere un numero elevatissimo di possibilità di cariche e scariche, milioni contro le poche centinaia delle comuni batterie chimiche”. L’accumulatore chimico utilizza nanotubi in carbonio in assenza di metalli pesanti, anche se l’essenza del nuovo brevetto risiede soprattutto nella integrazione dei due sottosistemi di accumulo, ben noti tecnologicamente se presi singolarmente, per poterli “gestirli insieme e trarre vantaggi da entrambi”.

Schema di principio del nuovo sistema di accumulo 
(Fonte: presentaz. Ing. Lisini Jotto Fair 2017)

Presentata lo scorso 15 settembre durante il Jotto Fair di Pisa, evento di incontro tra l’attività di ricerca di Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore, Scuola IMT Alti Studi Lucca, Scuola IUSS Pavia e mondo delle imprese, la pila “eterna” è stata già realizzata in diversi prototipi e, secondo Lisini, sarebbe già sotto valutazione da parte di diverse aziende, di cui ovviamente non ha svelato il nome. Si tratterebbe di una batterie di grande appetibilità, soprattutto per il settore automotive, quello più impegnativo per le prestazioni richieste da un sistema di accumulo, sia l’alimentazione di mezzi privati che di trasporto pubblico. Si tratta di una tecnologia che presenta al momento un costo iniziale superiore rispetto a quello delle batterie attuali, che però può essere più facilmente ammortizzato nel tempo grazie alla maggior durata e che presenterebbe il grande vantaggio di limitare gli interventi di manutenzione, oltre a non richiede particolari procedure per lo smaltimento.
Vediamo adesso che tipo di sviluppi ci potranno aspettare per poter vedere un nuovo brevetto tutto “made in Italy” come cuore di una auto elettrica.

Sauro Secci

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