APER: “Non si gioca sporco con le energie pulite”

APER, la principale associazione italiana dei produttori di energia rinnovabile, annuncia l’imminente esposto alla Commissione Europea per denunciare la grave violazione dei principi contenuti nella direttiva europea 2009/28/CE che impone agli Stati Membri di promuovere le energie rinnovabili.

Accanto a ciò, le imprese associate ad APER sono in procinto di avviare azioni giurisdizionali interne e attivare i rimedi giuridici offerti dal Trattato sulla Carta dell’energia.


La lesione del legittimo affidamento e la retroattività del decreto di recepimento italiano si pongono in netto contrasto infatti sia con la disciplina comunitaria, sia con la Carta Costituzionale.

Ribadendo la necessità di norme nazionali chiare ed affidabili, APER torna a chiedere al Governo che vengano applicate misure di salvaguardia tariffaria per la filiera, senza porre limiti alla crescita delle rinnovabili attraverso l’applicazione di tetti di potenza massima incentivabile.

Come evidenziano diverse analisi, tra cui anche la recentissima dell’ufficio Studi di Confartigianato, ribadiamo che la bolletta elettrica pagata dagli italiani contiene oneri ben superiori rispetto a quelli destinati alle fonti rinnovabili, le cui finalità per altro andrebbero chiarite e discusse con trasparenza tra tutti gli attori del mercato.

Fondata nel 1987, APER (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili) riunisce e rappresenta i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili per tutelarne i diritti e promuoverne gli interessi a livello nazionale ed internazionale. E’ la prima associazione italiana in quanto a rappresentatività e una delle maggiori a livello europeo per numero di associati e potenza installata. Attualmente conta oltre 480 iscritti, più di 1.150 impianti per un totale di oltre di 8.000 MW di potenza elettrica installata che utilizza il soffio del vento, la forza dell’acqua, i raggi del sole e la vitalità della natura per produrre circa 25 miliardi di kWh all’anno a cui corrisponde una riduzione di emissioni di Co2 di oltre 18 milioni di tonnellate annue.

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