Anche il Commissario per la spending review Cottarelli scopre “indirettamente” il potenziale risparmio energetico insito nell’illuminazione LED
Un tema legato indubbiamente alla rivoluzione in atto nel settore illuminazione grazie alla tecnologia LED, che fa fare il salto di qualità dalla luce elettrica alla luce elettronica al settore illuminazione con enormi risparmi che potranno divenire decisamente più consistenti, mano a mano che il mercato si consoliderà.
Benefici che, con l’avvento della microelettronica, rendono possibile attuare forme di “smart” e di intelligenza distribuita, fino ad oggi impensabili e capaci di incrementare ulteriormente il risparmio energetico, modulando per esempio l’intensità della illuminazione LED in funzione dei flussi di traffico soprattutto per i tratti extraurbani, etc.. . Un argomento che, nonostante gli enormi campi di inefficienza e di spreco e parassitismo che dovrà ancora esplorare nel nostro paese, non è sfuggita al commissario alla Revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli.
Una attenzione, quella del commissario alla revisione della spesa, nominato dal Governo Renzi, scaturita dagli input degli analisti economici delle grandi banche internazionali, che, per illustrare il persistente spreco di denaro pubblico nel nostro Paese, hanno utilizzato le foto satellitari notturne dell’Europa, dove l’Italia appare palesemente più illuminata di altri Paesi. Secondo Cottarelli, scrivendo nel suo blog, basterebbe spegnere le luci ‘non necessarie’ per risparmiare 100-200 milioni nell’immediato, riprendendo un’idea che era stata proposta anche dal Governo Monti, poi naufragata, la direttiva Cieli Bui, che potrebbe però assolutamente prescindere dalla completa revisione dell’obsolescente ed altamente inefficiente e “stupido” parco installato di illuminazione pubblica.
Una svolta smart irrinunciabile per non prendere pericolosissime derive di spegnimento repressivo che striderebbero anche con in criteri di sicurezza in generale e del codice della strada in particolare e con una stretta sugli enti locali, che ha reso molti tratti stradali più precari e pieni di buche e di dissesti, che stanno ulteriormente deteriorando la sicurezza stradale. Una anomalia quella italiana che fa balzare il nostro paese in testa alla classifica europea sia dello spreco che del conseguente inquinamento luminoso, anch’esso quasi completamente risolvibile con la evoluzione LED.
L’Italia, presenta infatti un consumo annuo per illuminazione pubblica di circa 107 kWh/abitante, oltre il doppio dei 42 kWh/abitante della Germania e della Gran Bretagna e un terzo in piu’ della Francia, e circa il doppio della media Europea che si attesta intorno a 51 kWh/abitante.
Una cosa ancor più grave è rappresentata dal fatto che la sorgente maggiormente impiegata in Italia per illuminare le strade è ancora la lampada al sodio al alta pressione (SAP) da 150 Watt, nonostante la legislazione europea consenta di illuminare le strade con sorgenti da 70 Watt, molto più economiche e utilizzatissime all’estero (vedi grafico seguente).
Potenza media per punto luce (Watt) – Fonte Cielo Buio
Un dato reso ancora più grave dalla latitudine del nostro paese e quindi da un ciclo di accensione medio intorno alle 10 ore/giorno, inferiore alla media europea.
Potenza per superficie urbanizzata (w/m2) – Fonte Cielo Buio
Numero di punti luce per ogni km2 urbanizzato – Fonte Cielo Buio
A Berlino gli abitanti per punti luce sono 15,6: a Milano sono 9,4 (dati gentilmente forniti da Istil “Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso”). Facendo sue facili conti, a fronte dei 60 milioni di italiani, con un costo procapite di circa 20 euro/anno, abbiamo una spesa per l’illuminazione stradale pari a circa due miliardi di euro, gravante prevalentemente sulle finanze dei comuni e quindi dei contribuenti e un inquinamento luminoso con i suoi aspetti dannosi, decisamente elevato.
Nella sua analisi, il commissario Cottarelli, evidenziando come non sia dimostrato il legame tra intensità della illuminazione stradale e tasso di criminalità, precisa che poi che non si tratterebbe di spegnere le luci, ma di sostituirle con tecnologie Led, riducendo l’illuminazione di strade a scorrimento veloce, di aree ad uso industriale o artigianale e di zone urbanizzate non edificate. Infine Cottarelli respinge la tesi che lo spegnimento delle luci manderebbe in fallimento le municipalizzate, che secondo lui vanno rese efficienti e non salvate a tutti i costi. Una scoperta dell’”acqua calda”, su di un tema che vede spesso dalla stessa parte che combatte ogni giorno sui temi del risparmio e della efficienza energetica e organizzazioni di grande valore anche scientifico nell’ambito dell’inquinamento luminoso come Cielo Buio (link sito) o Istil “Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (link sito).
Risparmi potenziali fino ad oltre un miliardo annuo, attraverso investimenti tramite ESCO (Energy Saving COmpany), da parte dei comuni italiani, orientati all’ammodernamento dell’illuminazione attraverso forme di partenariato pubblico privato o mobilizzando fondi europei. Sicuramente a questo punto è necessario un pò di coraggio e smettere di avere paura del buio, in un contesto nel quale, enti di riferimento come ENEA con il Rapporto Lumiere (vedi post “Al via “Lumière”, le linee guida ENEA-RSE per l’illuminazione pubblica”), e anche successivamente su quelle linee guida anche ANCI con la consociata tematica ANCITEL (vedi post “Illuminazione efficiente: il ruolo dei comuni in un documento dell’ANCI”), hanno messo a disposizione dei Comuni italiani tutto quello che serve per passare all’azione.
A seguire il video della trasmissione del maggio 2013 della emittente toscana Rete37 “Luce a metà prezzo – dalla luce elettrica alla luce elettronica”, nella quale sono stato ospite (miei interventi da 1′ 00″ a 12′ 10″, da 28′ 20″ a 32′ 20″, da 37′ 18″ a 38′ 10″, da 42′ 54″ a 49′:40″, da 56′ 28″ a 57′ 20″) e dove dal minuto 10’ 20” a il minuto 12’ 20”, avevo parlato proprio dei dati di spreco italiani nel contesto europeo, oggi sotto la lente del Commissario Cottarelli.