Altro che geotermia!! Petrolio Mon Amour

Giovedì 4 febbraio scorso, organizzata dalla locale Pro Loco, si è svolta al Cinema di Castell’Azzara un’assemblea pubblica molto partecipata. Il tema dell’assemblea era il “Progetto Montorio”, il permesso di ricerca per risorse geotermiche assegnato a Sorgenia Geothermal, e che riguarda porzioni dei comuni di Castell’Azzara, Sorano, Acquapendente e Proceno.


L’assemblea è stata presentata dal sig. Sergio Tamassia, che ha dato subito la parola al Sindaco di Castell’Azzara, Fosco Fortunati, che ha aperto il dibattito con un intervento che ha precisato essere a titolo personale, e non necessariamente espressione dell’Amministrazione. Nell’intervento ha affrontato il tema di una geotermia che deve essere utilizzata affinché sia una risorsa per il territorio, senza però trascurare l’eliminazione degli impatti ambientali, almeno i più pesanti ed evidenti, come quelli manifestati dalle attuali tecnologie utilizzate in Amiata. Quindi i piccoli impianti, senza emissioni in atmosfera, e realizzati in modo da favorire gli usi diretti del calore, sono la strada che indica come da cercare di percorrere, anche perché la situazione economica ed occupazionale dell’area è difficilissima.

La parola è stata poi data ad Aurelio Cupelli, che rappresentava Sorgenia Geothermal, la società che sta conducendo le ricerche. Ha chiarito subito che il “Progetto Montorio” non concerne la realizzazione di nessun impianto, ma che concerne nello svolgimento di attività per indagare il sottosuolo al fine di verificare l’esistenza di fluidi geotermici di natura e qualità idonei ad un eventuale utilizzazione per la produzione di energia elettrica. Ha tenuto poi a precisare che la sua società ha preso un impegno formale, con la partecipazione alla Rete Geotermica, attraverso la sottoscrizione del Protocollo con la Regione Toscana, che, nel caso riuscisse a rinvenire una risorsa idonea, realizzerà solo impianti che prevedano la totale re-iniezione dei fluidi geotermici nella stessa formazione geologica di provenienza.

Il pubblico ha poi fatto alcune domande, tra cui se la sua società riceve contributi pubblici per l’esecuzione della ricerca. Cupelli ha precisato che non c’è nessun contributo o finanziamento pubblico, ma che anzi paga un canone annuo calcolato sul numero di chilometri quadrati del permesso di ricerca.

Successivamente il geologo Filippo Belisario ha illustrato uno schema semplificato di un impianto a ciclo binario, con totale re-iniezione dei fluidi. Precisando che questo sistema, pur avendo il vantaggio di non generare emissioni in atmosfera, porta con se dei rischi legati alla realizzazione dei pozzi, che, se non ben fatti, possono creare danni alle falde idropotabili. L’attività di re-iniezione, sempre a detta di Belisario, potrebbe portare a delle perturbazioni delle faglie, con possibile conseguenti terremoti. Portando ad esempio l’evento sismico del 2000 che ha riguardato l’area di Piancastagnaio. Il dott. Cupelli ha però voluto precisare che si tratta di un caso che riguarda un sistema di coltivazione della risorsa geotermica completamente diverso dal ciclo binario (si è trattato di un caso di fracking geotermico ovvero si è iniettata acqua a pressione, all’interno di un pozzo secco e caldo per far produrre vapore, una tecnica esplicitamente esclusa dalla Carta di Abbadia San Salvatore sulla buona geotermia – ndr)

E’ poi intervenuto il prof. Roberto Minervini, biologo marino, raccontando l’esperienza che stanno vivendo nel comune di Castel Giorgio, dove vi è un permesso per un Impianto Pilota, la cui autorizzazione è ministeriale e non locale, ma che considera comunque simile al “Progetto Montorio”, perché anche questa è un’operazione speculativa, fatta solo per accaparrarsi gli incentivi dello stato per le fonti rinnovabili. Affermando poi che oggi le fonti rinnovabili coprono oltre il 40% dell’energia consumata in Italia, e che i 13 miliardi di euro che ogni anno vengono spesi per arricchire i produttori prendendo questi soldi dalle tasche dei cittadini, è un costo che non ha senso con il petrolio che oggi, e per molti anni a venire, costa così poco(Ecco la verità sui consumi e sulla produzione elettrica in Italia che evidenziano la totale inconsistenza di tali affermazioni. Stendiamo un velo pietoso sul fatto che si stia arrivando, pur di difendere il proprio castello, a riproporre il petrolio come esempio positivo per la produzione energetica – ndr).

slide1
slide2

Ha poi detto che gli impianti a ciclo binario sono molto invadenti, grossi come un campo di calcio e con ventilatori per il raffreddamento del fluido che sono così rumorosi che sembrano un aeroplano che non parte mai. Sono impianti che depressurizzano fortemente una parte del serbatoio geotermico per iperpressurizzare un’altra parte. Inoltre ha affermato che in Italia esiste già un’esperienza fallimentare del ciclo binario, che è la centrale di Latera. Ha concluso il suo intervento affermando che lo sviluppo dell’Amiata può e deve essere solo nella direzione del turismo e della produzione di prodotti agro-alimentari di qualità, che in Cina sono molto richiesti. A questa affermazione dal pubblico si sono levati diversi commenti in disaccordo.

Lo stesso dott. Cupelli ha più volte interrotto il prof. Minervini contestando la veridicità di alcune sue affermazioni, soprattutto per quanto riguarda il fatto che la centrale di Latera fosse nata come ciclo binario a totale re-iniezione (oramai numerosi convegni hanno appurato che tale centrale è stata costruita a ciclo aperto che è l’esatto contrario del ciclo binario a re-iniezione totale – ndr).

Il dott. Fabrizio Tondisindaco di Abbadia San Salvatore, ha testimoniato della due giorni di convegno sulla Carta della Buona Geotermia, in cui sono stati affrontati e sviluppati tantissimi temi ed argomenti, con l’obiettivo di individuare un percorso per giungere ad un corretto utilizzo di questo risorsa. Ha fatto un piccolo cenno alla visita fatta da alcuni amministratori dell’Amiata e della Regione Toscana agli impianti geotermoelettrici a ciclo binario della Baviera, precisando che uno degli impianti visitati si trova integrato al tessuto cittadino e che la rumorosità è impercettibile. Ha poi fatto presente che di fronte all’andamento anomalo di questa stagione, ai chiari eventi legati ai cambiamenti climatici, alla conferenza di Parigi che ha tracciato l’obiettivo del 100% rinnovabile, affermare che il 40 % sia già anche troppo, perché tanto il petrolio costa poco non gli sembra un discorso da fare se ci sta davvero a cuore l’ambiente.

Il Sindaco di Acquapendente Alberto Bambini ha parlato anch’egli dell’esperienza del progetto Pilota di Castel Giorgio – Torre Alfina, che la sua amministrazione ha fortemente ostacolato soprattutto per il fatto che il procedimento autorizzativo, come del resto il modo di operare della ditta proponente, eludesse ogni confronto con il territorio. Ha poi riconosciuto che il procedimento del permesso di ricerca “Montorio” è un procedimento locale, e che Sorgenia Geothermal è una società diversa, che ci mette la faccia, dialoga con gli amministratori e le realtà locali, ma che soprattutto sta conducendo una reale attività di ricerca.

Il sig. Sergio Tamassia è poi intervenuto per mostrare una carta geografica della Toscana in cui si evidenziava la numerosità e l’estensione delle aree oggetto di permesso di ricerca, tale da poter trasformare in mono-economie ampie aree della regione, man mano che ogni progetto di ricerca si concluda in almeno un impianto.

E’ seguito poi un partecipato dibattito, con i contributi di alcune associazioni e comitati del territorio, in cui si esprimevano preoccupazioni e dissenzi, magari più indirizzati agli impatti della geotermia attuale, ma che comunque poco condividevano la realizzazione di nuovi impianti, forse meno impattanti, ma che comunque si andrebbero a sommare agli esistenti.

Il sindaco Tondi ha manifestato l’esigenza di provare a dimostrare che esiste una geotermia diversa, e migliore di quella attuale, e di farlo entro i prossimi 2-3 anni, altrimenti nel 2024, quando scadranno e verranno riassegnate le concessioni attualmente di Enel, non ci sarà altra alternativa al riperpetuarsi della situazione attuale.

Il prof. Minervini ha affermato che, per la particolare situazione economica e per un mercato elettrico che favorisce le rinnovabili, l’Enel sta per chiudere la centrale di Montalto di Castro (con 3.600 MW la più grande d’Italia, attualmente alimentata a petrolio e gas naturale, con un progetto per riconvertirla completamente a carbone, ndr). Secondo lui l’Enel dovrebbe chiudere le centrali geotermiche dell’Amiata e tenere aperta la centrale di Montalto di Castro. Noi di Ecquologia affidiamo al lettore ogni ulteriore valutazione. L’annientalismo colpisce ancora: la ri-ri-ricoversione di Montalto di Castro sarebbe una farsa tramutata in tragedia – ndr.

La Redazione di Ecquologia

Articoli correlati