Consumi inconsapevoli e oligopoli: un suicidio economico di massa
Agricoltura sostenibile: i sette punti fondamentali secondo Greenpeace
Proprio mentre è in piena scena tra luci ed ombre EXPO 2015 a Milano, con l’agricoltura e l’ambiente al centro dell’attenzione, ecco un nuovo rapporto “Agricoltura sostenibile: sette principi per un nuovo modello che metta al centro le persone” scaricabile in calce al post, pubblicato da Greenpeace International, nel quale la grande organizzazione ambientalista cerca di fare chiarezza sui punti fondamentali necessari per ridare piena sostenibilità ad una agricoltura sempre più concentrata ed in mano di pochissimi nell’arco dell’intera filiera.
Nel nuovo rapporto, orientato , verso un modello di agricoltura capace veramente di garantire un giusto sostentamento per gli agricoltori e di proteggere l’ambiente,Greenpeace International descrive un sistema basato sulle più recenti innovazioni scientifiche, grazie al quale è possibile produrre alimenti sani lavorando in sintonia con la natura e con i suoi tempi e non contro di essa.
Come sottolinea Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia “Il futuro dell’agricoltura europea è nelle mani degli agricoltori che lavorano con pratiche ecologiche e sostenibili. Svolgono un lavoro cruciale per la nostra società e per questo motivo è necessario e urgente sostenerli. La politica deve ascoltare chi chiede cibo sano e agricoltura sostenibile, reindirizzando i sussidi verso chi pratica forme di agricoltura ecologica“,
Molti ovviamente le tematiche e le criticità affrontate dal rapporto come per esempio l’uso di insetticidi e pesticidi, che vede purtroppo l’Italia tra i paesi leader nella triste classifica degli utilizzatori. tema che ho avuto modo di approfondire anche di recente nel post “Pesticidi killer: Italia triste leader che continua ad investirci nell’anno di EXPO“.
Ma torniamo ai sette principi cardine individuati nel rapporto da Greenpeace per restituirci una agricoltura davvero sostenibile che sono i seguenti:
- Restituire il controllo sulla filiera alimentare: a chi produce e chi consuma, strappandolo alle multinazionali dell’agrochimica;
- Sovranità alimentare. L’agricoltura sostenibile contribuisce allo sviluppo rurale e alla lotta contro la fame e la povertà, garantendo alle comunità rurali la disponibilità di alimenti sani, sicuri ed economicamente sostenibili;
- Produrre e consumare meglio: è possibile già oggi, senza impattare sull’ambiente e la salute, garantire sicurezza alimentare e, al tempo stesso, lottare contro gli sprechi alimentari. E’ necessario diminuire il nostro consumo di carne minimizzando il consumo di suolo per la produzione di agro-energia e riuscendo anche ad incrementare le rese laddove necessario, ma sempre con pratiche sostenibili;
- Incoraggiare la (bio)diversità lungo l’intera filiera: dalle sementi al piatto con interventi a tutto campo, dalla produzione sementiera all’educazione al consumo;
- Proteggere e aumentare la fertilità del suolo: eliminando quelle che consumano o avvelenano il suolo promuovendo invece le pratiche colturali idonee;
- Consentire agli agricoltori di tenere sotto controllo parassiti e piante infestanti: affermando e promuovendo pratiche già esistenti e magari abbandonate che garantiscono protezione e rese ricorrere all’impiego di costosi pesticidi chimici che possono contaminare gravemente il suolo, l’acqua, gli ecosistemi e la salute sia degli agricoltori che dei consumatori;
- Rafforzare la nostra agricoltura: perché si adatti in maniera efficace il sistema di produzione del cibo in un contesto di cambiamenti climatici e di instabilità economica.
Un tema, quello dell’agricoltura sostenibile che vede impegnata Greepeace impegnata su molti fronti, a fianco di agricoltori e comunità rurali, come ad esempio, in Grecia, dove sostiene gli agricoltori che producono colture proteiche locali da utilizzare nella filiera dei mangimi in sostituzione della soia Ogm importata (vedi post “Soia come “ingrediente nascosto” nella nostra dieta: uno studio del WWF“). Una risposta davvero importante quella degli agricoltori coinvolti in questo progetto a conferma che le pratiche agricole ecologiche, senza l’utilizzo di input chimici, fertilizzanti o irrigazione artificiale, visto che le varietà locali sono ben adattate al clima greco, stanno incrementando la loro produzione ed il loro reddito. Un altro progetto molto importante di Greenpeace, quello in corso nel piccolo insediamento di Hernádszentandrás, letteralmente rinato grazie all’agricoltura biologica.
Anche in Italia è in corso un altro esempio di come l’agricoltura ecologica può rivitalizzare una regione economicamente debole e sostenere non solo gli agricoltori, ma l’intera comunità, attraverso un progetto avviato da Greenpeace insieme agli agricoltori, volto a proteggere gli impollinatori come le api (vedi post “Bioindicatori ambientali: a rischio le api, il più grande sensore ambientale planetario“), elemento in costante diminuzione e fondamentale ed insostituibile per la produttività agricola per l’equilibrio degli ecosistemi e per la tutela del fondamentale valore della biodiversità.
- Scarica la sintesi in italiano del Rapporto “Agricoltura sostenibile: sette principi per un nuovo modello che metta al centro le persone in italiano
- Scarica il Rapporto integrale (inglese) “Agricoltura sostenibile: sette principi per un nuovo modello che metta al centro le persone”
Sauro Secci