Affacciarsi alla vita in un mare di coccole e di plastica
Si è appena conclusa CBME di Shanghai, la più colossale fiera mondiale dedicata al mondo dell’infanzia e delle neo mamme dell’Asia. Oltre 4700 marchi e 150.000 visitatori. La più frequentata; certamente tra le più ambite dai produttori di materie prime artificiali e sintetiche, che Marco Benedetti ha visitato per noi.
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Come dunque saranno e come vivranno i bambini della seconda decade del secolo?
Saranno iper-connessi fin dal primo battito nel ventre della mamma che si applicherà un bottone sulla pancia in grado di registrare tutto quel che succede in diretta anche condivisa con i cari grazie ad una app.
Saranno a contatto con un mondo di plastica e di silicone anche nell’igiene dopo il primo vagito: il pannolino a contatto con la pelle continuerà ad avere filtranti che sono “soffici come cotone” – dice il produttore sul pacco – ma solo come sensazione perché plastica e chimica sono dei miracoli della scienza più che della natura e “sembrare” non è mai stato sinonimo di “essere”.
Saranno controllati a vista da un app installata in un materassino che registrerà anche il numero delle volte che si gira nel letto, il ritmo dei battiti del cuore e come si metteva un tempo da parte il primo ciuffetto di capelli tagliati per ricordarlo da grandi, così oggi si mette da parte un file di battiti cardiaci, di allarmi intercettati, di pipì fatte, insomma un nuovo romanticismo – finché almeno l’evoluzione tecnologica non ci farà più leggere il file registrato anni prima.
Avranno il biberon in Tritan™, versione moderna del policarbonato entrambi sintetici ma bisfenolo-free, e in alternativa per gli ipercritici dell’usa e getta, quello in acciaio fa tendenza (e igiene) – ma non si vede cosa c’è dentro e quindi il pupo potrebbe nascondere sostanze proibite come l’aranciata, pensano molti genitori amanti del trasparente.
Avranno lo smart phone in versione giocattolo fin dalla culla in pura plastica ma garantito non tossica.
Avranno la mamma che anche se potrebbe, non lo allatterà al seno perché il latte glielo estrae la pompetta ipertecnologica, ovviamente nella dose corretta e senza sformare il seno, senza crearle ragadi, senza farle perdere tempo, senza dover tenere il figlio in braccio e misurandone anche l’acidità e il contenuto proteico (per cui gli indicherà l’integratore alimentare da prendere).
Avranno la predella del mini cesso che invita a farla bene dopo però 3 anni di pannolini no stop, personalizzata secondo il piacere estetico, della mamma, ovviamente.
Al proposito di integratori mi pare che il latte materno stia comunque passando di moda in toto e quello artificiale di mucca, pecora o asina scomparirà dai formaggi e dai loro cuccioli – che verranno alimentati a integratori – e avrà oltre al business planetario, un grande alleato negli stessi integratori (che in inglese si chiamano “supplement” – tradotto: supplenti del latte materno ovviamente), che mi pare più centrato – così che, nel caso, la giusta dose di calcio è assicurata in mescola con un pizzico di lattosio, manganese e forse con un micro granulo di plastica tanto per abituarlo a quello che mangerà assieme al pesce nei prossimi venti anni.
E a questo punto – anche se ancora non l’ho visto a giro ma ne ho sentito l’odore – avranno il biberon a forma di mammella che se strizza un pò troppo il capezzolo con i piccoli affilati dentini, l’apparecchio garantirà un leggero sculaccione al birbante, tanto per abituarlo alle care, buone maniere.
Infine avranno giocattoli in plastica rigenerata che un tempo erano bottiglie d’acqua e te lo scrivono ben chiaro per non confonderli con quelli poco ecologici in pura plastica vergine, magari asiatici i cui scarti inquinano i mari del mondo (su 10 grandi fiumi che portano plastiche al mare, ben 7 sono di quelle parti), ci mancherebbe altro. I plasticizzanti sintetici però no, quelli saranno reimmessi immacolati vergini, per non far perdere quel bel sapore dei nostri tempi, se il pupo se lo ciuccia. I plasticizzanti che consentono ai polimeri di mantenere una certa elasticità nel tempo, come gli ftalati presenti nel poliestere (PET) non sono proprio un toccasana ma ci si distrae con quei bei colori che solo la plastica sa conferire ai giocattoli dei bambini.
La parola più usata negli immensi padiglioni della fiera CTME 2019 è stata “natura”, preceduta dalla sentenza, “come” che mi pare un pò ambigua e proprio non capisco perchè deve essere “come” e non “é”, ma so di essere ormai “analogico” che vuol significare essere di un altro Pianeta estinto, che per alcune multinazionali sarebbe un piacere ci andassi per davvero (sul pianeta analogico sito nella costellazione del Cancro), così eviterei di sollevare casi di coscienza critica per tutti gli altri che imitano le corporation globali, ovvero avvitare il cervello a quella macchina chiamata “essere umano” che un tempo assicurava il piacere di essere genitore e di garantire la continuità della stirpe.
Marco Benedetti
Email: m.benedetticonsulting@gmail.com