Accesso all’energia elettrica nel mondo: un nuovo report di Banca Mondiale

’avanzata delle energie rinnovabili, per definizione legate ad un modello energetico distribuito e legato alle specifiche potenzialità energetiche dei luoghi, si sta progressivamente propagando anche nei paesi in via di sviluppo.

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Sono infatti un numero sempre maggiore i paesi in via di sviluppo stanno registrando una crescita energetica basata di energie rinnovabili ed efficienza energetica come Messico, Cina, India, Brasile e Sud Africa, solo per citarne quelli principali dove si stanno proponendo come mercati di riferimento grazie a politiche ed a contesti normativi che premiano gli investitori, in un quadro dove però la sicurezza energetica è ben lontana dal consolidarsi su un trend uniforme a livello mondiale.

Sono infatti ancora troppe le regioni, concentrate in particolare nell’Africa subsahariana, dove non è possibile garantire neppure la semplice accensione di una lampadina. Si tratta di aree dove circa 600 milioni di persone vivono senza elettricità, con Etiopia, Nigeria e Sudan dove sono ben 116 milioni gli abitanti che non hanno alcun accesso alla rete elettrica (vedi mappa seguente tratta dal rapporto).

Un gap così profondo è quello che emerge evidente dall’ultimo report della Banca Mondiale, intitolato RISE (Regulatory Indicators for Sustainable Energy). Si tratta di un documento che costituisce la prima valutazione globale redatta dall’Istituto per i tre elementi fondamentali della politica energetica: accesso all’energia, efficienza energetica e fonti rinnovabili. Ed è proprio a partire da questi tre fondamentali indicatori che il rapporto RISE fornisce una classifica di 111 paesi, evidenziane punti forti e carenze.

Come spiega Riccardo Puliti, Senior Director e Responsabile Energia presso la Banca Mondiale, “RISE costituisce uno strumento prezioso per i politici, aiutandoli a individuare e sostenere le politiche e le normative che stimolano il tipo di investimenti necessari per estendere l’accesso ad un’energia moderna, conveniente e affidabile per tutti”. In base alla analisi valutativa del report l’80 per cento dei 111 paesi studiati dispone oggi di una qualche politica dedicata alla “sostenibilità energetica”, nell’ambito della quale confluiscono tutte le misure a sostegno del risparmio energetico, della sicurezza e della green energy. Sulla base dei tre indicatori è la Danimarca ad essere il paese leader con il massimo dei voti, seguita da Stati Uniti, Canada, Paesi Bassi e Germania, con l’Italia che si colloca all’ottavo posto tra Romania e Repubblica Ceca.

Sui risultati del nuovo rapporto della Banca Mondiale anche il commento di Rachel KyteRappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU per l’energia sostenibile, secondo la quale “Il mondo è in una corsa per assicurare la transizione verso l’energia pulita: una capace di fornire servizi energetici per tutti, creare posti di lavoro, garantire l’assistenza sanitaria e l’istruzione, e consentire alle economie di crescere. Un uso maggiore delle rinnovabili è un elemento chiave in questa transizione. Il messaggio di fondo è che dobbiamo fare di più e più velocemente”.

Un rapporto sicuramente importante per fare il punto della situazione, in una fase evolutiva degli scenari energetici, nella quale il ruolo delle energie rinnovabili è fondamentale anche per orientare nuovi assets strutturali a cui tendere, con particolare riferimento a quelle ancora numerose realtà di paesi assolutamente carenti da questo punto di vista.

Sauro Secci

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