5G e limiti elettromagnetici: quali basi scientifiche?
Il Governo Meloni sta pensando di attuare una revisione a rialzo dei limiti elettromagnetici ed una bozza del DL telecomunicazioni circolata in questi giorni svela anche le modalità di questo cambiamento che interessa le nuove reti 5G. Resta da capire su quali basi scientifiche il Governo pensi di innalzare i limiti a 24 o 30 v/m.
Di sicuro non pochi sono i contrati a queste possibile innalzamento, per esempio Legambiente.
Ad oggi, ricordiamo, che in Italia il limite massimo di esposizione al campo elettrico a radiofrequenza (CEMRF) è di 20 Volt/metro (40 V/m per le onde centimetriche) per esposizioni brevi od occasionali. Mentre è di 6 Volt/metro il tetto di radiofrequenza (valore di attenzione) per il campo elettrico generato dalle radiofrequenze/microonde per esposizioni all’interno di edifici adibiti a permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere.
Che la situazione, per esempio sull’importante tema dei rischi per la salute, sia ancora poco chiara lo dimostra il recente Progetto europeo SEAWave. Acronimo di “Scientific-Based Exposure and Risk Assessment of Radiofrequency and mm-Wave Systems from children to elderly (5G and Beyond)”.
Una corretta valutazione del rischio che segnali elettromagnetici ad altissima frequenza potrebbero avere sulla salute, completamente basata sull’evidenza scientifica, è ad oggi necessaria. Si consideri infatti che è la prima volta che le frequenze nella banda FR2 vengono utilizzate per la connessione di dispositivi palmari utilizzabili in prossimità del corpo o addirittura indossabili.
Pertanto, l’obiettivo del progetto SEAWave, è valutare il possibile impatto sulla salute dell’esposizione ai campi elettromagnetici generati da questo nuovo sistema cellulare di quinta generazione (5G) operante alle frequenze millimetriche.
Il consorzio costituito da 16 partner è coordinato dall’Università Aristotele di Salonicco ed ha come referente italiano il Laboratorio Tecnologie Biomediche di ENEA. Tre gli obiettivi principali:
- identificare le differenze nei modelli di esposizione tra 2G–4G e 5G per l’intera popolazione, compresi bambini e lavoratori;
- fornire gli strumenti per una valutazione affidabile dell’esposizione;
- contribuire alla conoscenza scientifica del rischio dell’esposizione alle onde millimetriche per la salute.
Nota. Per soddisfare le crescenti richieste in termini di velocità connessione e trasferimento dati, è stato sviluppato il sistema cellulare New Radio (NR) di 5a generazione (5G). Questo, grazie ad una velocità di trasmissione dati senza precedenti, consentirà l’utilizzo di nuove e rivoluzionarie applicazioni. Questi nuovi servizi infatti richiedono un trasferimento di enormi quanti di dati in tempo reale come per esempio l’utilizzo dell’Internet delle cose (IoT) e delle connessioni veloci tra macchine (droni). O per le cosiddette applicazioni critiche come la guida autonoma e la telechirurgia.
L’utilizzo dello spettro di frequenza del 5G è suddiviso in due bande di frequenza (FR). Frequenze fino a 6 GHz (FR1) e frequenze tra 24.25 e 52.6 GHz (FR2). La banda FR1 opera alle frequenze degli attuali sistemi 2G – 4G. La FR2 utilizza le onde millimetriche (al di sopra dei 10 GHz) per consentire il trasferimento rapido ed efficiente di grandi quantità di dati.